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Da poco pubblicato, ha già fatto molto discutere lo studio “Visualizing the Tactical Ground Battlefield in the Year 2050: Workshop Report”. Secondo questo rapporto, voluto dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e dall’US Army Research Lab (ARL), il campo di battaglia del 2050 sarà popolato, da pochi esseri umani, con “capacità fisiche e mentali molto sviluppate”, grazie ad una migliore percezione dell’ambiente, frutto di un equipaggiamento allo stato dell’arte. Assieme a loro dei robot letali, alcuni dotati di capacità di comando autonome, di decidere ad esempio chi o che cosa debba condividere alcune informazioni. Questo scenario, già visto in molti film, pone l’accento su alcune componenti chiave per il successo “della guerra dei mondi”: realtà aumentata, automatizzazione del processo decisionale, modellazione cognitiva del nemico e capacità di reazione in ambienti estremi.
Lo scenario prospettato dal rapporto, preoccupa alcuni brillanti e famosi personaggi, che stanno investendo personalmente per limitare questi sviluppi, preoccupati dall’eventuale sopraffazione della macchina sull’uomo. Uno su tutti Elon Musk, l’ideatore di SpaceX e Tesla, che ha già stanziato svariati milioni di dollari per finanziare nuovi studi sull’argomento. In una lettera aperta, sottoscritta dallo stesso Musk e presentata in apertura della conferenza sull’intelligenza artificiale (AI) IJCAI 2015, lo scorso 28 luglio, ricercatori di tutto il mondo sottolineano come “le armi autonome siano in grado si selezionare e ingaggiare obiettivi senza l’intervento dell’uomo”, ponendo di fatto problemi di ordine etico. “L’intelligenza artificiale ha raggiunto un punto in cui la diffusione di questi sistemi sarà tecnologicamente fattibile entro anni, non decenni”. I sistemi autonomi sono stati descritti come la terza rivoluzione del combattimento, dopo la polvere da sparo e le armi nucleari. Tornando ai “superumani” di cui si è discusso nel Maryland, la loro presenza sui campi di battaglia nel 2050 è data come molto probabile, “visto che le varie componenti che rendono possibile questi sviluppi già esistono e sono in rapida evoluzione”. Saranno loro ad interagire con i robot, che avranno il compito di proteggerli.
A sottoscrivere l’appello, oltre al fondatore di SpaceX e Tesla, l’astrofisico Stephen Hawking, Stuart Russell, a capo del Center for Intelligent Systems di Berkeley e tra i massimi esperti di AI, il cofondatore di Apple, Steve Wozniak, il filosofo Daniel Dennett, il linguista, Noam Chomsky, il direttore delle ricerche di Google, Peter Norvig e il capo delle ricerche di Microsoft, Eric Horvitz.