Negli Usa la missione italiana ed europea della Pinotti

Di Andrea Jorma Buonfrate

Roberta Pinotti torna a Washington e questa mattina è stata ricevuta al Pentagono dal segretario Mattis. Per la nostra ministra non si tratta del primo incontro avendo avuto già più di un bilaterale. La visita ufficiale al dipartimento della difesa americano, preceduta da un importante ricevimento a Villa Firenze organizzato dall’ambasciatore Varricchio, rappresenta una manifestazione ancora più chiara del legame che unisce i due Paesi e in particolare il ruolo che viene riconosciuto all’Italia.

In questi anni, la stabilità della guida del nostro ministero ha consentito di valorizzare una esperienza, quella della Pinotti, che risulta particolarmente apprezzata negli Usa. Dalla partecipazione alle missioni internazionali o ai grandi programmi industriali, Roma ha saputo essere al fianco di Washington con intelligenza e amicizia, senza eccessi di zelo. Nell’incontro con Mattis gli argomenti non saranno mancati: dalle crisi che circondano i confini europei (in particolare lungo la sponda meridionale) fino all’Afghanistan, dalla gara per il nuovo addestratore americano fino ai nuovi vertici militari della Nato.

L’occasione sarà anche utile per cogliere gli umori e gli orientamenti della Amministrazione Trump che sembra non aver ancora trovato un vero e proprio equilibrio. Forse, anche per questo, la Pinotti incontrerà il leader repubblicano John McCain, influentissimo presidente della commissione Difesa del Senato. Nell’agenda della ministra anche una visita a Drs, l’azienda americana acquisita da Leonardo-Finmeccanica e che inizialmente Moretti voleva cedere, salvo poi tornare strategica come pare esserlo anche per il nuovo ad, Alessandro Profumo. Prima di rientrare in Europa, la Pinotti farà visita a New York al segretario generale delle Nazione Unite Antonio Guterres. Tappa finale a Parigi dove si riunirà con i suoi colleghi europei per discutere di difesa comune. Proprio la due giorni negli Usa sarà il viatico migliore per evidenziare che il progetto Ue non può essere monco della relazione transatlantica.