Nel programma di ammodernamento delle capacità di difesa aerea, la Polonia ha assegnato a un consorzio industriale nazionale un contratto da circa 180 milioni di dollari (750 milioni di zloty polacchi), secondo quanto riporta DefenseNews, per la fornitura di sistemi di difesa antiaerei a corto raggio. Sarà il gigante polacco della difesa a controllo statale Polska Grupa Zbrojeniowa (PGZ) a guidare il consorzio che dovrà fornire, tra il 2019 e il 2022 secondo il comunicato rilasciato dal ministero della Difesa polacco, sei batterie dei sistemi PSR-A Pilica alle Forze armate polacche. “Questo è uno dei più importanti programmi di acquisto per l’esercito polacco”, ha dichiarato il ministro della difesa Antoni Macierewicz. “I sistemi di artiglieria missilistica Pilica saranno tra i più rilevanti sistemi di difesa a corto raggio, un pilastro del sistema di difesa antiaerea polacca”, ha aggiunto.
L’ordine rientra in un ampio programma con cui la Polonia intende modernizzare e potenziare i propri sistemi di difesa. La pressione russa ha evidentemente alimentato l’intenzione di migliorare le capacità militari difensive. A inizio anno, era stato il vice ministro della Difesa Bartosz Kownacki ad annunciare un piano di spesa complessiva di 40 miliardi di zloty (circa 9 miliardi e mezzo di dollari), la metà dei quali destinati a sistemi a corto raggio. Per questo progetto, la Polonia ha deciso di puntare sull’industria nazionale. Il consorzio che fornirà i sistemi missilistici è costituito dalla PGZ e da tre società controllate dal gruppo: ZM Tarnow per l’artiglieria, PCO per i sistemi optoelettronici, e PIT-Radwar per i radar. Proprio il colosso PGZ è stato creato nel 2013 per dare maggiore sostanza e coordinamento al comparto nazionale, nell’intenzione generale di ridurre la dipendenza dalle forniture estere.
Probabile, infatti, che l’elezione di Trump, apparso tutt’altro che rassicurante sulla continuazione del sostegno agli Alleati orientali della Nato, abbia ulteriormente alimentato tale progetto di potenziamento dell’industria nazionale. Ciò invertirebbe la tendenza che aveva portato la Polonia ad affidarsi proprio all’industria statunitense. Ad ottobre la notizia della scelta degli S-70i Black Hawk di Lockheed Martin al posto degli annunciati H225M Caracal di Airbus (che ha annunciato il ricorso a un tribunale arbitrale per un contratto che avrebbe avuto un valore di circa 3,1 miliardi di euro), notizia che lascia tra l’altro possibilità interessanti anche per l’elicotteristica italiana di Leonardo, sembrava nascondere una scelta politica. Scegliendo Lockheed Martin, l’esecutivo nazionalista da sempre euro-critico targato Diritto e Giustizia di Beata Szydło, aveva espresso il proprio scetticismo nei confronti del processo europeo di integrazione della difesa e la preferenza per l’Alleato atlantico rispetto ai partner europei. Ora, l’intenzione di Trump di fare la pace con Putin non sembra fornire le stesse rassicurazioni e potrebbe portare il governo a preferire sempre di più l’industria nazionale, ma anche a rivedere la posizione sull’integrazione europea della difesa.