La sfida Sitael lancia il Sud nello spazio

Di Michele Pierri

Non si arresta l’eco del traguardo di Sitael, player tutto pugliese dell’aerospazio ma dalla proiezione ormai globale, che sabato scorso ha tagliato il nastro della nuova sede dell’azienda a Mola di Bari alla presenza del premier Renzi. Con lui una lunga serie di politici e personalità del settore aerospaziale e non: dal ministro della Difesa Pinotti al presidente della Regione Vendola, passando per l’ex presidente del Consiglio Prodi, il direttore del Technical and quality management dell’Esa, Ongaro, il presidente dell’Asi, Battiston, il direttore dell’Unoosa, Di Pippo, il presidente del Cnr, Nicolais, l’ad di Poste italiane Caio, rappresentanti dei principali istituti di ricerca.
Un’inaugurazione in grande stile per il nuovo stabilimento di questa realtà produttiva della holding Angelo Investments del cavaliere del lavoro Vito Pertosa (la stessa di Blackshape), un gruppo industriale attivo anche nel settore ferroviario e aeronautico. Ma come nasce la scommessa di Sitael? Per l’ad Nicola Zaccheo, “stime identificano negli small satellite un mercato in crescita nei prossimi anni. Perciò abbiamo investito circa 20 milioni di euro nella nuova sede, che si sviluppa su una superficie totale di 30mila metri quadrati”.
La nuova “casa” è una struttura su tre livelli composta da uffici, laboratori con strumentazioni ad alta tecnologia, un auditorium e spazi da lavoro. “Sitael – sottolinea Zaccheo – partecipa a tutte le missioni aerospaziali più importanti dell’Esa; ha contratti con la Nasa; ed è l’unica impresa italiana presente sulla sonda Curiosity nell’esplorazione di Marte. Siamo passati dai 20 dipendenti del 2010 agli oltre 300 di oggi, e secondo proiezioni arriveremo a 1000 lavoratori entro 5 anni”. Numeri che per l’ad dimostrano che il Mezzogiorno – così come l’Italia – non è destinato a un declino ineluttabile. “Il Sud può emanciparsi dalla logica di un’impresa ancorata solo a vecchie produzioni. Lo spazio rappresenta un settore strategico, che genera occupazione di qualità che consente alle menti migliori di rimanere qui. E poi – conclude Zaccheo – è bene ricordare che l’Italia è stato il terzo Paese a lanciare un satellite nello spazio dopo Usa e Urss. Noi lo spazio ce l’abbiamo nel sangue”.