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Dopo oltre tre anni di lavoro sono pronte per entrare in operatività le tecnologie sviluppate da Finmeccanica – Selex Es a supporto del programma “Alliance ground surveillance” (Ags) della Nato, il progetto che mira a fornire all’Alleanza un’approfondita capacità di sorveglianza aerea di tipo Hale (High-altitude long-endurance) attraverso l’uso di velivoli unmanned non armati, integrati con un sistema terrestre di comunicazione e gestione dei dati.
L’azienda italiana ha realizzato le stazioni di terra per la centrale operativa di Ags, due sistemi trasportabili e gli apparati di comunicazione per la trasmissione di dati e immagini tra i droni e le strutture terrestri. Un’opera alla quale circa 200 ingegneri hanno lavorato per 183 settimane.
Il programma Ags, quando entrerà a pieno regime nel 2017, sarà composto da diversi sistemi terrestri che potranno, in caso di necessità, essere rapidamente trasportati da aerei C-130, oltre una base fissa acquartierata a Sigonella, in Sicilia, dove si aggiungeranno circa 700 unità al personale già operativo in loco. Questa rete di terra servirà a pilotare cinque Global Hawk RQ-4 Block 40, che saranno i primi droni per sorveglianza Hale in dotazione alla Nato, provvisti di radar elettro-ottici e a infrarossi: una capacità elevata per una sorveglianza aerea costante, persistente e dettagliata di qualunque zona l’Alleanza reputi ‘calda’.
“Siamo fieri di presentare gli elementi sviluppati di Finmeccanica – Selex Es, un risultato che dimostra la capacità del gruppo Finmeccanica nel campo Uav” ha dichiarato Fabrizio Giulianini, ceo dell’azienda, elogiando non solo i risultati dell’industria italiana ma anche l’importante contributo delle aziende bulgare e rumene che Selex Es ha coordinato in questo progetto. “Il valore di questo contratto è di oltre 130 milioni di euro, che ricadono anche sui partner dell’est Europa”, ha ricordato Giulianini. “Il prossimo passo – ha detto il ceo – sarà integrare tutti gli elementi del sistema e poi dispiegare il quartiere a Sigonella. Dopo verrà la fase di supporto logistico”.
Secondo il generale Stefano Salamida, capo del Reparto Logistica dello stato maggiore dell’Aeronautica, a fronte delle crescenti sfide per il mondo Occidentale il sistema Ags si rivelerà importante per ottenere informazioni su ciò che accade a terra, supportando chi deve prendere decisioni strategiche cruciali. Sarà utile anche per gestire l’emergenza migranti. “L’Italia è riconosciuta come leader in Europa nel settore Uav”, ha ricordato il generale. “La sfida maggior è far volare i droni in sicurezza nello trafficato spazio aereo europeo”.
“L’Alleanza atlantica deve avere capacità di sconfiggere il terrorismo e i disordini ai suoi confini”, ha dichiarato Jim Edge, general manager della Nagsma, l’agenzia Nato che gestisce il programma Ags. “Attualmente la situazione internazionale in Ucraina, Libia e Siria è precipitata: stiamo rispettando i tempi di realizzazione di questo sistema, ma speriamo di poterli anticipare un poco”.
“Il programma Ags è il punto di arrivo di un percorso più che ventennale – ha spiegato Erling Wang, chairman della Nagsmo, l’ente di controllo della Nagsma, composto dai rappresentanti dei 15 Paesi Nato che partecipano al programma Ags – e dimostra ancora una volta la capacità di Stati Uniti ed Europa di lavorare insieme. Ora, entro tre settimane dovremmo assistere al volo del primo Global Hawk RQ-4 Block 40 europeo, negli stabilimenti Northrop Grumman di Palmdale”
Il colonnello Nicola Lucivero, deputy team leader delle forze Ags della Nato, ha sottolineato invece come “Con il sistema Ags, l’Alleanza disporrà di dati organici di intelligence propri, indipendenti dalla collaborazione dei singoli Stati membri”. Il valore aggiunto del sistema, inoltre, sarà la costituzione di un’imponente banca dati sulle situazioni terrestri monitorate, che sarà direttamente accessibile da tutti e 28 gli Stati, senza che questi debbano chiedersi il permesso a vicenda.
“Ags non ha precedenti nella storia dell’aviazione: è un programma di inaudita complessità, che cambia la Nato stessa”, ha ricordato Janis Pamiljans, general manager unmanned systems di Northrop Grumman, la capocommessa. “Oggi i sistemi terrestri sono ultimati, e devono essere messi in comunicazione tra loro. Per 20 o 30 anni, sarà questa l’avanguardia tecnologica del settore”