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Il punto di partenza è stato ancora una volta lo spazioporto di Kourou, nella Guyana Francese. Da qui, oggi alle 14 (ora italiana), il veicolo sperimentale di rientro IXV ha intrapreso la sua missione: a bordo del lanciatore europeo Vega, ha raggiunto una altitudine di 320 km, dove è stato inserito sulla sua traiettoria suborbitale. IXV è salito fino a 412 km di altitudine, per poi iniziare il rientro verso la Terra, effettuando alcune manovre che hanno permesso di ridurre la propria velocità da ipersonica a supersonica, fino all’apertura dei paracadute a circa 30 km di altitudine. La missione, della durata di un’ora e quaranta minuti circa, si è conclusa con lo splash-down nell’Oceano Pacifico: il Descent System di IXV prevede 3 paracadute (supersonico, subsonico e principale)  che hanno la funzione di decelerare e stabilizzare il veicolo attraverso i regimi di flusso supersonico, transonico e subsonico, e garantirne il corretto assetto e velocità (pari a 6 m/s) al momento dello splash down. IXV è rimasto sulla superficie marina grazie a quattro galleggianti per poi essere messo in sicurezza da una nave di recupero appositamente attrezzata.
Il progetto IXV è gestito dall’Agenzia spaziale europea e l’Italia, attraverso l’Agenzia spaziale italiana, partecipa come principale contributore.
Le attività industriali di progettazione e realizzazione della missione del veicolo IXV sono guidate dalla società Thales Alenia Space – Italia. Nel ruolo di primo contraente e system design authority, Thales Alenia Space Italia ha coordinato dal punto di vista tecnico e programmatico le attività di una compagine industriale di circa 40 aziende in tutta Europa, portando il progetto fino all’importante traguardo della sperimentazione in volo.
L’Asi ha supportato il programma attraverso attività di assistenza tecnica svolte, con il coinvolgimento del Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira), nelle aree della sperimentazione in volo, della aerodinamica e aero termodinamica e delle operazioni. Il Cira ha inoltre guidato il “drop and recovery system test” che ha testato nel mar Mediterraneo il paracadute principale, il funzionamento dei sistemi di galleggiamento e la sequenza di recupero del veicolo.
L’Agenzia spaziale italiana ha inoltre messo a disposizione del progetto IXV la rete ASInet e la strumentazione del centro di controllo Altec di Torino, che seguirà il veicolo IXV per tutta la durata della sua missione. L’Altec avrà anche il compito di coordinare le attività del segmento di terra, comprese quelle delle stazioni di Libreville nel Gabon e del centro Asi di Malindi in Kenya oltre alla stazione navale che si occuperà del recupero del veicolo nell’Oceano Pacifico.
“È la prima volta nella storia – ha dichiarato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, professor Roberto Battiston – che un velivolo europeo effettua un rientro controllato e manovrato  nell’atmosfera terrestre: IXV rappresenta un passo fondamentale per il futuro del trasporto spaziale e una conquista, sia per l’Italia sia per l’Esa. Con la missione IXV si avvia lo sviluppo di futuri veicoli di rientro riutilizzabili , destinati al volo orbitale e suborbitale, che vede l’Italia al primo posto in Europa grazie ai contributi del sistema della ricerca, con il Cira a Capua, e dell’industria nazionale, con Thales Alenia Space Italia a Torino, città nella quale dal centro di controllo di Altec seguirà l’andamento della missione”.
La missione del veicolo IXV permetterà di raccogliere dati scientifici, testare tecnologie e validare approcci progettuali. I dati raccolti saranno fondamentali per la concezione e realizzazione dei futuri sistemi di rientro riutilizzabili, destinati allo svolgimento di diverse attività nello spazio ‘vicino’, come ad esempio il recupero di detriti oppure il trasporto di rifornimenti e astronauti sulla Stazione spaziale internazionale.