Le tensioni Usa-Russia viste da Mosca

Di Stefano Pioppi

In un sistema internazionale sempre più imprevedibile, complesso e interdipendente un nuovo scontro tra le due grandi potenze appare all’orizzonte. Dmitry V. Suslov, vice direttore del Center for Comprehensive European and International Studies, National Research University – Higher School of Economics – di Mosca, spiega l’attuale complessità del sistema internazionale e la visione russa delle sfide contemporanee. Secondo Suslov, l’origine della multipolare complessità contemporanea è da rintracciare nella globalizzazione e negli errori compiuti dall’amministrazione Bush “che ha creduto di poter condurre una politica estera egemonica e unipolare per poi fallire”. La diffusione del potere generata da questi due elementi si è sviluppata su un doppio canale di contrasto: “uno tra gli Stati Uniti e le emergenti potenze non occidentali; l’altro tra le grandi potenze e i nuovi attori regionali e non-statali che stanno acquisendo maggiore autonomia di azione internazionale”, ha affermato Suslov.
In questa complessità si inseriscono nuove frizioni tra Stati Uniti e Russia, concentrate attualmente nelle crisi in Siria e Crimea. In entrambi gli scenari si confrontano, secondo Suslov, prospettive sistemiche profondamente differenti: “la Russia sta tentando di definire le nuove regole del gioco, sostenendo che gli Stati Uniti non possono dichiarare quale regime sia legittimo e quale no, né decidere unilateralmente il futuro di Stati sovrani”. Al contrario, “gli Stati Uniti – ha proseguito Suslov – continuano a credere in un mondo Occidente-centrico in cui i valori occidentali sono valori universali”.
Riguardo la crisi medio-orientale, Suslov afferma che “una cooperazione tecnica in Siria è possibile e fortemente desiderabile al fine attivare una de-escalation e prevenire ogni futuro scontro tra la Russia e le potenze che supportano le opposizioni al regime di Assad”. Tuttavia per una simile cooperazione è necessario che “gli Stati Uniti capiscano che l’unico modo di risolvere la questione siriana e sconfiggere l’Isil è attraverso una riconciliazione politica tra il regime di Assad e le opposizioni”, sostiene Suslov.
Un’eventuale intesa nella coalizione anti Stato Islamico però potrebbe non produrre un effetto spillover sul fronte ucraino, anche in virtù del rinnovato impegno militare degli Usa in Europa con l’annuncio da parte del segretario alla Difesa Carter di 3.4 miliardi di dollari per il 2017 a supporto dell’Eri (European Reassurance Initiative). Secondo Suslov, tale strategia statunitense appare agli occhi di Mosca “il tentativo di tornare alla logica del contenimento e della deterrenza della Guerra fredda”, riattivando la militarizzazione della regione. La Russia non potrà che “incrementare la presenza militare sul proprio fronte occidentale, compresa la disponibilità di uso degli armamenti nucleari”, ha proseguito Suslov. L’unico modo per interrompere una simile escalation è riattivare il dialogo di demilitarizzazione tra Russia e Nato, “con approfondimenti di temi come il controllo degli armamenti, trasparenza, cyber-security, e il destino del trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces)”.
Nei rapporti con l’Unione Europea, in risposta alle accuse circa la possibilità che la Russia finanzi alcuni partiti euro-scettici o anti-europeisti in Europa occidentale, Suslov spiega che “anche se ci fosse una simile sponsorizzazione, questa non avverrebbe per rendere l’Unione Europea più fragile, ma semplicemente per supportare partiti pro-Russia”, all’interno di quella che appare come una guerra di informazione in cui anche l’Occidente farebbe la sua parte. Inoltre, secondo Suslov, “la Russia desidera un’Europa più autonoma, integrata e indipendente”, anche rispetto agli Stati Uniti.
Tra i Paesi europei, il governo russo considera l’Italia “come il maggiore, o uno dei maggiori, partner nell’Unione Europea, un Paese amico e partner economico e energetico vitale e rilevantissimo”, ha affermato Suslov. E Mosca non può che apprezzare la posizione assunta dal governo italiano a favore della rimozione delle sanzioni inflitte dall’Ue alla Russia, dannose per entrambe le parti.
Riguardo la controversia relativa al Nord Stream, Suslov non vede da parte della Russia “alcun timore per un’eccessiva dipendenza dalla Germania”. Il progetto tedesco del Nord Stream 2 “rappresenta – ha spiegato Suslov – il modo con cui vendere in modo affidabile il proprio gas ai Paesi dell’Unione Europea”. Allo stesso modo però, la Russia accetterebbe positivamente un nuovo sviluppo della linea a sud. Nella prospettiva del governo di Putin, “il South Stream è stato bloccato da ragioni politiche per lo più legate al disaccordo interno all’Ue”. Se l’Italia fosse in grado di alimentare una nuova valutazione europea a riguardo promuovendo il South Stream, “la Russia la sosterrebbe sicuramente”.