, In Evidenza, Slider

Le priorità dell’Italia, le prospettive dell’Europa, il futuro della competizione globale. E’ uno scenario in chiaroscuro quello tratteggiato dall’amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica Mauro Moretti, intervenuto ieri alle celebrazioni romane per i 100 anni di Boeing, il colosso americano – leader mondiale nel settore dell’aerospazio – fondato nel 1916 a Seattle.

A fare gli onori di casa ci ha pensato il presidente di Boeing Italia e Sud Europa Antonio De Palmas, accanto al quale – oltre a Moretti – c’era anche il direttore generale per la politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese del ministero dello Sviluppo economico Stefano Firpo. Il dibattito – che si è svolto alla Casa del Cinema di Villa Borghese – è stato moderato dall’editore di Formiche e Airpress Paolo Messa.

E’ Brexit – l’ipotesi che la Gran Bretagna decida di uscire dall’Unione Europea nel referendum del prossimo 23 giugno – la prima preoccupazione di Moretti, sottolineata fin dall’inizio del suo discorso. Del resto l’ad di Leonardo ha firmato a maggio – insieme ad alcuni dei più importanti manager del pianeta, tra cui l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg – un appello pubblicato dal Financial Times nel quale sono evidenziate tutte le controindicazioni di questo possibile scenario. “Nessuno è più in grado di farcela da solo“, ha commentato Moretti, secondo cui è necessario che gli Stati europei ritrovino “le ragioni del loro stare insieme“.

L’amministratore delegato di Leonardo ha evitato di pronunciarsi sul tema più dibattuto in questi mesi in Italia – la riforma della Costituzione e il referendum confermativo d’ottobre – ma non ha mancato di puntare il dito contro alcune delle storture del nostro ordinamento giuridico. “Siamo gli unici che a fare una legge ci impiegano due anni“, si è lamentato Moretti: “ci dividiamo e ci arrovelliamo sulle quisquilie, invece di fare leggi più semplici costituite da principi“. Una prassi che finisce inevitabilmente per ripercuotersi sul sistema Paese nel suo complesso: “e poi – con queste leggi spesso incomprensibili – ci lamentiamo se gli stranieri non vengono ad investire da noi“.

Un altro dei fattori di arretratezza individuati da Moretti consiste nelle dimensioni delle imprese: “non si può più andare avanti così, con un sistema economico fondato sui piccoli”. La competizione globale e i nuovi equilibri geopolitici e geoeconomici, secondo il numero uno di Leonardo, richiedono aziende con una dimensione adeguata che gli consenta di sfidare i colossi mondiali: “i piccoli di oggi saranno i nani di domani”. Da qui l’esigenza di aiutarli a crescere, prima attraverso partnership e poi con un programma di fusioni. Una necessità della quale – ha affermato soddisfatto – ci si è anche accorti “a livello confindustriale”.

C’è però anche un’Italia di cui andare fieri secondo Moretti, ad esempio quella leader nel settore dell’aerospazio o quella che sta facendo parlare di sè nel mondo per le sue competenze tecnologiche e per la sua capacità di produrre e utilizzare materiali innovativi come il grafene e la fibra di carbonio. In questo caso però – ad ascoltare l’ad di Leonardo – la questione su cui intervenire è un’altra: “Il problema è che noi amiamo ripeterci solamente ciò che non funziona. Non esiste una comuncazione che racconti le tante cose che vengono fatte bene“.

www.formiche.net