Italia: forze armate speciali nell’intelligence

Di Leonardo Ventura

Se il presidente del Consiglio lo riterrà necessario, chi fa parte dei reparti speciali delle Forze armate potrà essere chiamato a offrire il proprio contributo temporaneo e specifico nei ranghi dell’intelligence. La proposta è contenuta in un emendamento a firma dal senatore del Pd Nicola Latorre, che aggiunge dieci righe all’articolo 18 del disegno di legge sulle missioni internazionali all’estero. Una norma attesa da tempo da più fronti, perché inserisce una nuova e fondamentale freccia nell’arco dell’Italia nella lotta al jihadismo e nella salvaguardia della sicurezza nazionale in territori caldi come il Medio Oriente o la Libia.
Beninteso, nulla di eccezionale, semmai un elemento di modernità. “L’utilizzo delle Forze speciali in operazioni particolari e delicate di intelligence – sottolinea Andrea Manciulli, presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato – avviene già per moltissimi Paesi al mondo, Stati Uniti compresi. È il momento di dotare anche l’Italia di questa possibilità”.
Nello specifico, la nuova opzione di Palazzo Chigi potrà essere adottata solo se la Penisola dovesse entrare in una situazione di crisi all’estero decisamente grave: sequestri (come quello recente dei 4 tecnici della Bonatti) o minacce di attentati, ad esempio. Allora il premier potrà utilizzare i militari come temporanei 007, ma solo con un “Dpcm”, un decreto del presidente del Consiglio che ne illustri le motivazioni e ne giustifichi l’urgenza e l’eccezionalità, assumendosene la responsabilità politica. Poi sul decreto il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il Copasir, esprimerà le proprie valutazioni.
Il percorso è ormai avviato e procede spedito. L’emendamento ha ottenuto il via libera della Camera e quello della Commissione Difesa del Senato con consenso quasi unanime. D’altronde, non sfugge che il tema è di straordinaria importanza e richiede uno scatto di responsabilità in virtù del nostro interesse nazionale.

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