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L’Esercito Italiano non lascerà l’Afghanistan, al contrario, rafforzerà la sua presenza nel Paese asiatico. Lo ha affermato alla Camera dei Deputati il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, rispondendo a una interpellanza.
“Il governo ha già deciso di rimodulare la pianificazione di rientro di alcune capacità del contingente e di aumentarne la consistenza numerica nell’ultimo trimestre dell’anno, in una misura ritenuta idonea a compensare il rientro di quella parte del contingente spagnolo che era dedicata alla Force Protection” ha specificato l’esponente dell’esecutivo.
Smentiti, quindi, i passati annunci del governo sul ritiro pressoché totale delle truppe italiane dal territorio afghano entro la fine di ottobre 2015. “L’Italia è da molti anni presente in Afghanistan in una missione che ha senza dubbio garantito, rispetto alle condizioni del passato, un più elevato livello di sicurezza, partecipazione democratica e progresso sociale ed economico del Paese” ha specificato Rossi in Parlamento, aggiungendo anche che “l’eventuale disponibilità del Paese a continuare la missione dovrà comunque tenere conto delle valutazioni e delle decisioni che saranno collegialmente prese in ambito Nato fin dai prossimi incontri”.
Il riferimento alla Nato non è casuale: pare infatti che il ripensamento del governo sia dovuto alle richieste degli Stati Uniti. I Talebani hanno recentemente conquistato la città di Kunduz, nel nord del Paese, e il generale americano John Campbell ha chiesto a Obama di interrompere il ritiro dei 10mila soldati statunitensi, avanzando la stessa richiesta ai principali alleati impegnati nella missione Nato ‘Resolute Support’: la Germania e l’Italia.