Luciano Carta, lo 007 della Guardia di Finanza nuovo presidente di Leonardo

Di Stefano Vespa

Dopo una lunga esperienza nella Guardia di Finanza e nell’intelligence, Luciano Carta approda alla presidenza di Leonardo, una delle più importanti aziende strategiche italiane, dove sostituirà il prefetto Gianni De Gennaro.

Sardo di Carbonia, 63 anni compiuti lo scorso gennaio, il generale Carta lascia la direzione dell’Aise, l’Agenzia dei Servizi per l’estero, dove si era insediato nel novembre 2018. All’epoca era uno dei candidati alla direzione del Dis e quando la scelta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, cadde sul generale Gennaro Vecchione, anche lui finanziere, Carta fu promosso da vicedirettore a direttore dell’Aise.

Il suo arrivo all’intelligence dimostrò che nelle istituzioni non si erano dimenticati di lui. Dopo numerosi incarichi di vertice nelle Fiamme gialle, tra i quali quello di capo di Stato maggiore del Comando generale, di comandante interregionale per il Nord Ovest e di comandante dei Reparti speciali, nella primavera del 2016 era uno dei due candidati a comandante generale insieme con il generale Giorgio Toschi. Furono al centro di uno scontro politico e nel Consiglio dei ministri del 29 aprile il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, scelse Toschi.

Nel giugno successivo Carta fu nominato Ispettore per gli Istituti d’istruzione delle Fiamme gialle finché sei mesi dopo, nel gennaio 2017, fu scelto come vicedirettore dell’Aise: evidentemente la sua esperienza e le sue qualità andavano usate per qualcosa di molto più importante delle scuole.

Arrivò poi la direzione dell’Agenzia in una fase internazionale turbolenta: minore pressione sul fronte del terrorismo, crescita esponenziale dell’attività di disinformazione e di attacchi agli interessi strategici italiani da parte di alcuni Stati fino alla pandemia da Covid-19. L’ottimo lavoro dell’Agenzia è stato spesso sottolineato dal Copasir che ha convocato Carta più volte e i suoi tanti contatti internazionali torneranno utili anche a Leonardo. Come sempre l’uscita di un direttore avrà un effetto domino sui vertici dell’intelligence.