Malumori nel Pd sugli F-35

Di Airpress online

Prosegue l’offensiva interna al Partito Democratico (ma non solo) contro il programma F-35, partecipato dall’italiana Finmeccanica.
Secondo una mozione che il Pd, primo firmatario Gian Piero Scanu, ha presentato alla Camera e che verrà esaminata nei prossimi giorni dall’Assemblea di Montecitorio, bisogna “dimezzare il budget finanziario originariamente previsto” per l’acquisto dei caccia di Lockheed Martin (come indicato nel documento approvato dalla Commissione parlamentare difesa della Camera dei deputati a conclusione dell’indagine conoscitiva sui sistemi d’arma, in vista del Consiglio europeo del dicembre 2013).
Valutazioni che non tengono debitamente conto dei ritorni economici e di carattere industriale per la Penisola derivanti dal programma (illustrati in report indipendenti come quello di PricewaterhouseCoopers) e oggetto di una contro-mozione del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
Inoltre l’offensiva del Pd va in controtendenza con quanto emerso solo qualche giorno fa nel vertice Nato in Galles, quando David Cameron e Barack Obama hanno richiamato tutti i Paesi membri a destinare il 2% del loro Pil alle spese militari.
Nella mozione di Scanu c’è l’impegno “a ricercare, entro questi limiti, ogni possibile soluzione e accordo con i partner internazionali del programma F-35, al fine di massimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici, valorizzando gli investimenti già effettuati nella Faco e la sua potenzialità quale polo produttivo e logistico internazionale”. Investimenti che, avvertono gli esperti, sarebbero messi a repentaglio invece proprio da eventuali ulteriori tagli. La mozione del Pd non è l’unica: ve ne sono altre ancora più drastiche a firma di M5S e Sel.
E a pochi giorni dal voto della Camera dei Deputati sulle mozioni che chiedono la cancellazione definitiva o la revisione del programma, Roberto Saviano, Alex Zanotelli, Mario Martone, Toni Servillo, Alice Rorhwacher, Stefano Benni e Ascanio Celestini – sottoscrivendo le iniziative promosse dalla campagna “Taglia le Ali alle Armi” – chiedono ai deputati di “bloccare questa scelta sbagliata” con un no definitivo per destinare quelle risorse ad altri capitoli di spesa.

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