Marte come non l’avevamo mai visto, grazie anche all’Italia

Di Michela Della Maggesa

Immagini inedite quelle inviate da Marte dallo strumento CaSSIS (Colour and Stereo Surface Imaging System) e svelate quest’oggi nel corso di un workshop organizzato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi). Le immagini ad alta risoluzione (4 metri per pixel) catturate dalla camera stereo ad una velocità di 3 chilometri al secondo e ad appena 400 chilometri di altezza, mostrano la superficie del Pianeta Rosso in una veste totalmente nuova ed inaugurano l’iniziativa di rilascio di un’immagine inedita a settimana da cui l’intera comunità scientifica potrà ricavare elementi preziosi per studiare la morfologia della superficie marziana e capire, oltre alla presenza di tracce di vita presente o passata,  i prossimi passi da intraprendere per l’esplorazione del pianeta.

CaSSIS è uno dei quattro strumenti scientifici a bordo del Trace Gas Orbiter (TGO, nella foto il suo rilascio dal fairing del lanciatore) della prima parte della missione Esa ExoMars, in orbita attorno a Marte dal 2016. Progettato sotto la direzione di Nicolas Thomas dell’Università di Berna, CaSSIS è un progetto internazionale realizzato dall’Agenzia spaziale italiana, in collaborazione con l’industria. Leonardo in particolare, ha fornito il cuore optronico della camera, capace di ottenere 2 immagini della stessa regione (coppia stereo) e di trasformarle in immagini tridimensionali di tipo DTM (Digital Terrain Model). Responsabile nazionale del programma è Gabriele Cremonese dell’Istituto nazionale di Astrofisica di Padova.

“Risultati come questo – ha detto durante il workshop il presidente Asi, Roberto Battiston – dimostrano essenzialmente due cose: che abbiamo capito come andare su Marte, le nostre aziende adesso sanno come fare, e che il sistema spazio italiano rappresenta un circolo virtuoso che parte dalla ricerca e arriva attraverso le Agenzie spaziali fino all’industria”. “Mai l’Europa – ha aggiunto Battiston – ha potuto osservare Marte con tanta precisione. Grazie a questo strumento, i nostri scienziati sono impegnati nell’analisi dei dati, compresi quelli riguardanti la composizione gassosa del pianeta”.

CaSSIS ha osservato i siti che sono stati identificati come potenziali fonti di gas “traccia”, studiando i processi dinamici di superficie, ad esempio, la sublimazione, i processi di erosione e il vulcanismo, che potrebbero contribuire alla formazione dei gas atmosferici. Lo strumento verrà utilizzato anche per individuare potenziali siti di atterraggio valutando le pendici locali, le rocce e altri possibili pericoli. Grazie ad un meccanismo di rotazione, lo strumento è inoltre in grado di acquisire immagini in configurazione stereoscopica, consentendo così una ricostruzione tridimensionale della superficie del pianeta.

“Le immagini ottenute dalla camera stereo sono inedite in termini di risoluzione spaziale e sono – ha spiegato Barbara Negri, responsabile dell’Unità esplorazione e Osservazione dell’Universo dell’Asi – a colori reali, cioè non artificialmente realizzate al computer. Il team scientifico dell’Inaf di Padova ha realizzato un software unico che permette di generare immagini 3D del suolo marziano partendo dall’acquisizione di coppie stereo ottenute dalla camera. Altra qualità unica per lo strumento CaSSIS è l’estensione delle immagini, che è di 10 km perpendicolarmente alla direzione di moto. Il lavoro che sta svolgendo il team scientifico italiano su CaSSIS, dimostra la grande capacità dell’Italia di svolgere un ruolo di leadership nell’analisi dei dati scientifici di Marte”.  “La camera sta funzionando bene – ha aggiunto Gabriele Cremonese di Inaf  – e la quantità di dati che sta producendo è impressionante, in questi giorni abbiamo superato le 1000 immagini acquisite dalla fine del commissioning, incluse le coppie stereo. L’analisi scientifica delle immagini è già iniziata e prevediamo di sottomettere le prime pubblicazioni nelle prossime settimane”.

ExoMars 2016 ha visto il dimostratore tecnologico Schiaparelli cadere sulla superficie marziana a 550 km al secondo, elemento questo che non ha tuttavia impedito la buona riuscita della missione, che ha permesso l’arrivo di un satellite europeo nell’ orbita marziana. “Siamo riusciti a raccogliere una grande quantità di dati”, sottolinea Walter Cugno, responsabile dei programmi scientifici di Thales  Alenia Space, spiegando che allora tutto  ha funzionato tranne i motori, a causa di due anomalie che hanno generato una velocità angolare enorme,  a sua volta alla base dello spegnimento dei retrorazzi.

L’orbiter TGO sul quale la camera è integrata e di cui sarà modificata l’orbita nel 2021, avrà anche il compito di effettuare le comunicazioni con la Terra durante la missione Exomars 2020, di cui l’Italia è prime scientifico e industriale attraverso Thales Alenia Space. A quella data, “tutto è in linea per rispettare i tempi previsti”, spiega Walter Cugno, sul Pianeta Rosso arriverà il primo rover europeo, che avrà il compito di analizzare, tra le altre cose, il sottosuolo del pianeta con un drill, costruito da Leonardo e già qualificato, capace di perforare fino a due metri di profondità. Oltre al rover, a comporre la missione 2020, sviluppata nell’ambito di una cooperazione internazionale tra Esa e l’Agenzia russa Roscosmos, un modulo di discesa russo con un forte contributo italiano: paracadute, software di atterraggio e radar doppler, i principali elementi nazionali. I siti selezionati  per l’ammartaggio del modulo di discesa, da cui partiranno le operazioni di “scavo” del rover, sono quattro.

 

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