Missili componibili come Lego: Mbda mostra al Bourget la sua vision 2035

Di Michela Della Maggesa

Si chiama “FlexiS” ed è un sistema missilistico modulare, che riassume anni di ricerche portate avanti dalla joint venture missilistica Mbda (37,5% Airbus Group, 37,5% Bae Systems e 25% Finmeccanica) per rivoluzionare capacità, ciclo di vita ed adattabilità dei missili del futuro. In questo video, mostrato oggi al salone aerospaziale di Le Bourget – che ha appena aperto i battenti –, nell’ambito del “Concept Visions 2015” dell’azienda internazionale, si illustrano alcuni potenziali sviluppi nel settore per arrivare ad avere attorno al 2035 un sistema d’arma ad architettura aperta, adattabile a molteplici scenari. Questi concetti innovativi, che permettono di cambiare rapidamente e agevolmente il ruolo del missile per adattarlo alle diverse esigenze operative, sono stati pensati in 5 mesi di lavoro da un team di Mbda, composto da 7 ingegneri provenienti da Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Spagna, a cui si aggiungono 2 supporter. “Quest’anno – ha spiegato la referente italiana del progetto – la sfida del Concept visions consisteva nel raccogliere idee innovative per dare una svolta alle operazioni aeree sostenute per lungo tempo e a grandi distanze. In pratica lo scopo era quello di individuare nuove tecnologie che potessero dare agli assetti schierati una capacità operativa maggiore in prossimità dei campi di battaglia”. “Quello che ci è sembrato vincente come concetto e che abbiamo poi sviluppato come team, è un sistema estremamente flessibile, destinato ad operare in scenari complessi, basato su un’architettura modulare”. FlexiS è stato pensato tenendo conto delle tecnologie abilitanti che già oggi l’azienda è in grado di sviluppare, ed ha ad oggetto missili aria-aria e aria-superficie che potranno essere lanciati da tutte le piattaforme aeree che saranno in uso alle Forze Armate nel 2035, sia manned che unmanned.
Questi missili sono stati “pensati come dei “Lego”, cioè con moduli intercambiabili, aventi una base comune, che accolgono le diverse funzioni del missile”. Questo significa che il missile, costituito da singoli moduli, può essere potenziato di volta in volta in base alle esigenze di missione, che cambia al variare del conflitto e laddove sia più prossimo all’obiettivo. “A seguito dei parametri di missione impostati (target, range, ecc, ndr) in un’interfaccia uomo-macchina, un sistema automatico valuterà di volta in volta la configurazione migliore da dare al missile e dirà quali e quanti moduli utilizzare”. Inoltre, come ci ha spiegato la referente di Mbda Italia, esiste un modulo aggiuntivo, che porta in sé tutta l’intelligenza del missile, che permette a più missili in volo di collaborare tra di loro e di far sì che ogni missile possa sfruttare l’esperienza degli altri. La visione 2035 di Mbda offre una risposta anche per quanto riguarda l’abbassamento dei costi legati all’assemblaggio e al ciclo di vita di un sistema cosi concepito. “Pensiamo di monitorare la vita residua e la funzionalità di ogni singolo modulo”. Qualora un modulo non sia più utilizzabile, potrà essere rimpiazzato e l’utilizzatore potrà anche impiegare le componenti più prossime alla fine della vita operativa, riducendo così lo smaltimento. “Le nostre innovazioni sono mirate ad un inserimento più semplice di tecnologie complesse, grazie ad un impatto minimo sull’architettura del missile”.
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