Lo Spazio non è solo una risorsa per la gestione delle emergenze – come dimostrato dall’utilizzo di COSMO-SkyMed in occasione del recente sisma –, ma anche punto di osservazione unico per studiare e prevedere le crisi. Sulla previsione dei terremoti si è detto molto e si sa che allo stato attuale non esiste alcun modo per sapere in anticipo e con certezza ora e luogo del verificarsi di eventi sismici.
Tuttavia, sono in corso studi che, basandosi su alcune – e per il momento parziali – evidenze, vogliono cercare di capire se variazioni nella ionosfera (porzione atmosferica che si estende da 60 a 450 km di altitudine) possano essere collegate al verificarsi di terremoti.
E’ in questa scia che si muove la missione scientifica CSES (China Seismo Electromagnetic Satellite) che, studiando le perturbazioni elettromagnetiche della ionosfera ha l’obiettivo di comprendere quale correlazione possa esistere con le fasi antecedenti un evento sismico di rilevante dimensione.
Alla missione stanno lavorando da tempo Italia e Cina. Il 25 settembre 2013 Asi e Cnsa, le agenzie spaziali dei due paesi, hanno firmato un memorandum di intesa. L’Italia partecipa alla missione con il progetto LIMADOU che vede coinvolti l’Asi, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il centro IAPS dell’Istituto nazionale di astrofisica e università italiane tra cui Trento, Tor Vergata e Uninettuno.
Il presidente dell’Asi Roberto Battiston ha ricordato: “Il progetto rappresenta una fase di studio e mira a valutare la possibilità di avere un riscontro di dati dallo spazio, oltre dai sismografi a terra, in coincidenza con un evento sismico – sottolineando che – ci vorrà ancora molto tempo, senza contare che come spesso accade nella ricerca scientifica le incognite sono molte. Anche nel caso di chiara evidenza di segnali che anticipino l’avvento di terremoto bisognerà valutare il margine di precisione e l’arco temporale a disposizione. Chi ha il dovere istituzionale di decretare l’evacuazione delle popolazioni deve poter contare su un grado di certezza pressoché assoluta di quello che sta per accadere. Un altro elemento molto importante da valutare sarà l’eventuale anticipo temporale di un segnale, e capire se sarebbe sufficiente per dare l’allerta in modo affidabile. Tutte cose da verificare accuratamente con rigoroso metodo scientifico”.
Il primo lancio della missione è previsto per metà 2017, cui farà seguito il secondo tra il 2019 e il 2020. Il satellite della missione CSES è basato sulla piattaforma cinese CAST2000. Osserverà la ionosfera per cinque anni da un’orbita circolare posta a 500 chilometri dalla Terra. Con CSES saranno acquisiti dati sulla struttura e le variazioni della ionosfera antecedenti il verificarsi di terremoti, analizzando così la correlazione temporale tra eventi sismici e perturbazioni elettromagnetiche. Si baserà su misurazioni dettagliate, sistematiche e di lungo termine che permetteranno di sviluppare modelli fisici del meccanismo di accoppiamento di litosfera-atmosfera-ionosfera.
Le aree che saranno maggiormente monitorate sono quelle cinesi e italiane.
Fino ad oggi gli unici dati acquisiti in materia sono quelli della missione francese DEMETER del 2004-2006 e altri dati relativi a osservazioni di esperimenti non dedicati. Anche l’India si sta muovendo in questo settore con il progetto IITMASAT portato avanti da giovani studenti assistiti dai professori David R Koilpillai e Harishankar Tamachandran.