Un momento non facile per gli operatori privati dello spazio

Di Michela Della Maggesa

Nessun commento. Virgin Galactic declina ogni speculazione a proposito del tragico incidente, avvenuto nei giorni scorsi nel deserto californiano del Mojave, costato la vita al pilota collaudatore di Scaled Composites, Michael Alsbury. Quel che è stato comunicato al momento riguardo l’accaduto -, in cui è stato gravemente ferito l’altro pilota, Peter Siebold e che ha comportato la distruzione della navetta SpaceShipTwo durante un volo di prova -, è che sarebbe imputabile ad un’ “anomalia”, sulla quale sta indagando il National Transportation Safety Board (NTSB).
“Abbiamo sempre saputo che la strada per lo spazio è estremamente difficile e che tutti i nuovi veicoli devono passare attraverso momenti difficili all’inizio della loro storia”. Ha detto subito dopo l’incidente Richard Branson, magnate della Virgin Galactic, nata per portare nello spazio i primi turisti spaziali, “ma – ha aggiunto – vale la pena di andare avanti».  Sir Branson ha inoltre spiegato che al progetto lavorano tra le migliori menti dell’industria spaziale e che l’accesso allo spazio, “all’inizio lusso per pochi”, sarà qualcosa di sempre più accessibile. “Lo spazio – ha concluso Branson – dovrà essere democratizzato in sicurezza”.
L’incidente è avvenuto a pochi giorni da un altro evento, per fortuna senza morti e feriti, che ha visto andare distrutto, a pochi secondi dal lancio, il razzo commerciale Antares, carico di rifornimenti per la Stazione Spaziale Internazionale. Anche in quel caso ad essere colpito è stato un operatore privato, Orbital Sciences, a cui la Nasa ha affidato, assieme ad altri operatori, i viaggi cargo da e per la ISS. Antares era equipaggiato con motori di produzione russa, progettati negli anni ’70.
 
 

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