Moretti a tutto tondo su Europa, MBDA e Alitalia

Di Stefano Pioppi

Non perdere competitività internazionale, investire e investire tanto in innovazione tecnologica, nei settori giusti e senza debito. È questa la ricetta di Mauro Moretti per consolidare e rafforzare la posizione di Leonardo nel mercato globale e, ancor prima, europeo. “Grazie ai buoni risultati ottenuti negli ultimi anni, possiamo investire nelle opportunità di mercato senza ricorrere al debito, come invece si faceva un passato”, ha detto l’amministratore delegato a margine della cerimonia di premiazione, svoltasi questa mattina a Roma, dei vincitori del Premio Innovazione Leonardo 2016.

I risultati del 2016
“Chiudiamo bene l’anno, con risultati netti molto importanti”, ha anticipato Moretti. “Abbiamo una generazione di cassa positiva e disponibilità  finanziarie per quasi 2 miliardi di euro; possiamo investire senza indebitarci, avendo ridotto il debito di 2 miliardi dai 4,5 di partenza”. Il valore delle quotazioni della società, ha ricordato Moretti, “è più che raddoppiato”. Grazie a questi risultati, “dopo la ristrutturazione societaria, per la quale siamo diventati ormai un caso studio, possiamo crescere organicamente e investire in acquisizioni, ma solo all’intero del core business“. I settori su cui si concentra lo sforzo di investimento sono aerospazio, difesa e sicurezza, “rinunciando a fare i conoscitori di tutto e specializzandoci”, ha spiegato l’ad.

Il freno culturale in Italia
Le possibilità ci sono, ma certo servono le condizioni necessarie a non perdere competitività internazionale. La prima condizione riguarda il contesto nazionale, contraddistinto da un freno culturale: “Siamo uno dei pochi Paesi in cui c’è una distinzione fra la cultura umanistica e quella tecnologica, con la seconda che sembra figlia di un dio minore; nel resto del mondo non è più così”, ha detto Moretti. “Non abbiamo capito che la cultura è una cosa viva, che trasforma completamente anche i riferimenti più importanti di traino per il futuro”, ha aggiunto il numero uno di Leonardo. Perciò, occorre  “superare questa separazione, ricostruendo un sistema educativo adeguato a compensare gap negativi con gli altri Paesi”. A tal fine, “abbiamo bisogno di grandi imprese, le vere locomotive tecniche e tecnologiche”, necessarie per non perdere terreno rispetto ai principali competitor, Stati Uniti e Cina in primis.

L’integrazione della difesa europea
La seconda condizione riguarda il contesto europeo, destinato a restare indietro, secondo Moretti, qualora non riesca a presentarsi unitariamente. “All’Europa serva una spinta affinché trovi la propria strada politica”, ha detto l’ingegnere. “La storia – ha aggiunto – ci insegna che dopo la moneta occorre integrare gli affari esteri e la difesa, che non è possibile restare solo alla valuta unica e al fiscal compact“. In questo senso, confrontandosi con attori internazionali in rapida ascesa, “l’industria europea ha bisogno di ricostruirsi”, prospettando “una graduale operazione di avvicinamento nel settore difesa”, da sempre leva di sviluppo economico.

L’ipotesi di cessione di MBDA
Un esempio di questo percorso di avvicinamento è MBDA, colosso missilistico continentale e joint venture tra BAE Systems (37,5%), Airbus Group (37,5%), Leonardo (25%). Da tempo sono emerse indiscrezioni relative alla possibile vendita della quota di Leonardo ad Airbus. Sembrerebbe esserci la possibilità di uno scambio di quote con quelle detenute da Airbus in Atr, joint venture paritaria proprio tra il Gruppo Airbus e Leonardo dedicata alla costruzione di aerei civili regionali. La volontà francese sull’ipotesi di vendita del proprio 50% non è però ancora chiara. “La discussione è in piedi”, ha ammesso Moretti. “Il problema è che dobbiamo fare un investimento economico forte per Atr, per non perdere la forte presenza nel mercato”. Su MBDA dunque, “tutto è possibile ma siamo ancora lì e ci dà ottimo risultati”, ha chiarito l’ad.

Le operazioni su Piaggio Aero
Molta più cautela per quanto riguarda le voci che volevano un interesse di Leonardo anche per Piaggio Aerospace. L’azienda, impegnata nella progettazione e manutenzione di velivoli completi (sia per l’aviazione d’affari sia per missioni di pattugliamento sorveglianza e controllo), e di motori aeronautici e componenti strutturali, è di proprietà dell’emiratina Mubadala Development Company ma non è ancora riuscita a risolvere i problemi di cassa. “Siamo partner di Piaggio, e con essa collaboriamo per il famoso drone (ndr, P1HH ), al quale offriamo tecnologia avanzata”, ha detto Moretti. “Speriamo che abbiano la possibilità di uscire dalle difficoltà che hanno; ma al momento abbiamo solo un interesse per la parte motoristica”.

Un futuro in Alitalia?
Molto meno possibilista è apparso invece in merito alle voci che lo vorrebbero tra i papabili candidati alla guida di Alitalia per il dopo Cramer Ball. L’australiano è infatti ormai dato per partente dopo l’annuncio delle dimissioni da parte di James Hogan, numero uno di Etihad Airways, suo principale sponsor per il vertice dell’ex compagnia di bandiera tricolore. “Non è nei miei pensieri”, ha detto Moretti alla stampa. “Di Alitalia ci siamo già interessati una volta”, ha aggiunto, lasciando intendere che se in passato non è andata, difficile che ci possa essere ora un ritorno di fiamma. “Trovate dei giovani che abbiano la voglia e la forza di faticare”.

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