“Abbiamo fatto un’operazione di reingegnerizzazione della società, dopo aver focalizzato mercato e core business, quindi era il momento giusto per il rebrand, al fine di poter dare un segno tangibile della discontinuità rispetto al passato”. Così l’amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica, Mauro Moretti, a margine oggi dell’assemblea degli azionisti che, con il 99,74% di consensi, ha dato il via libera a “Leonardo” SpA. La nuova denominazione verrà assunta a partire dal 1° gennaio 2017. Fino ad allora la società potrà essere chiamata “Leonardo-Finmeccanica”, oppure in maniera abbreviata, “Leonardo” o “Finmeccanica”. “Abbiamo avuto poca fantasia? Forse, ma Leonardo in giro per il mondo piace – ha detto -. Abbiamo peccato d’arroganza? Probabilmente. Ma stiamo ancora scontando i nostri peccati. Ci serviva un nome che venisse ricordato subito e che non lasciasse vuoti”.
“Abbiamo alle spalle una stagione di risultati negativi, di investimenti discutibili, che hanno determinato un forte aumento del debito e una riduzione del capitale. Stavamo andando verso il baratro”. Ha dichiarato Moretti, spiegando che negli ultimi 2 anni si è assistito ad un’inversione di tendenza, che ha dato risultati positivi, a partire dalla riduzione del debito. “Rispetto al 2014, tutti i settori chiave stanno contribuendo alla crescita della nostra redditività. Questo ci ha consentito di aumentare di quasi mezzo miliardo il valore della nostra società”. “Il 2015 è stato un anno di svolta, con la creazione della One company, mirata ad incrementare l’efficienza della società, diminuire i costi di gestione e aumentare le economie di scala”. Ha sottolineato il presidente di Finmeccanica, Giovanni De Gennaro, presentando in precedenza all’assemblea, nella parte straordinaria, la proposta di cambio di nome. “Una nuova denominazione si è resa pertanto necessaria”.
Attesa intanto per le nuove guidance per il 2016, che saranno comunicate il prossimo 5 maggio, in occasione del CdA, che approverà anche i risultati trimestrali di Finmeccanica. Queste terranno infatti conto della maxi commessa con il Kuwait per la fornitura di 28 caccia Eurofighter, firmata il 5 aprile scorso. “Il contratto ha un valore complessivo di 8 miliardi di euro (per piazza Montegrappa si parla della metà del valore, ndr) – ha detto Moretti in proposito – e riguarderà velivoli di ultima generazione (Tranche 3, ndr), equipaggiati con il nuovo radar E-scan e nuova avionica. Questo contratto – ha aggiunto Moretti – segna una seconda stagione di vita per il programma, che potrà arrivare al 2030 e forse anche oltre”. In attesa di questi risultati, il numero uno di Finmeccanica ha dichiarato alla stampa l’intenzione di andare avanti sulla via intrapresa con il nuovo piano industriale “aggiornato alle esigenze del mercato”.
“Con una situazione di redditività in rialzo, debito calante e cassa crescente, possiamo anche iniziare a pensare alla crescita. “Questa – ha spiegato Moretti – non dovrà essere perseguita a debito, o scollata per settori, bensì concentrata sul core business e riguardante prodotti ad elevato contenuto tecnologico”. Quanto ai possibili settori dove Finmeccanica potrebbe andare a crescere, Moretti ha indicato, quello elicotteristico, pur in presenza di “tagli a commesse” e di forti criticità, specie nel settore Oil & Gas, l’elettronica, “dove stiamo andando bene e dove esiste un alto tasso di innovazione, trasversale a tutte le piattaforme, civili e militari” e aeronautico, “senza voler pensare – ha tenuto a sottolineare – di diventare un altro costruttore di aerei civili”. “Nel settore aeronautico è necessario dare continuità alle nostre azioni, ricordando che non possiamo più permetterci di fare investimenti sbagliati, che hanno creato in passato perdite colossali, come le aerostrutture. Ci sono costate miliardi”. “Dobbiamo selezionare”, ha aggiunto, spiegando la particolare eccellenza detenuta da Finmeccanica nel campo degli addestratori. “Possiamo anche pensarli in funzione dual-role e quindi, con investimenti limitati, aggredire più ampi spazi di mercato”.
Commentando i piani strategici riguardo alcune realtà, Moretti ha spiegato che a Finmeccanica interessa rimanere sul mercato nordamericano con DRS, anche se “non necessariamente al 100%”, in quanto si tratta di una realtà assolutamente “innovativa”, quindi rispondente alle logiche annunciate da Piazza Montegrappa e con possibilità di ampliamento. Inoltre “ha già intrapreso quello che ci accingiamo a fare a livello di società, l’eliminazione della parte non-core”. Perplessità sono state espresse invece riguardo la joint venture missilistica Mbda, dove Finmeccanica detiene il 25%. “La società – ha detto Moretti – porta risultati sulla parte bassa e soprattutto non siamo leader negli sviluppi, anche a causa del basso volume di acquisti su base nazionale effettuati negli ultimi anni. Noi abbiamo bisogno di cose dove si investe e si innova. Inoltre, per la parte missilistica, abbiamo già una parte importante dentro la One Company, che è la parte radaristica e quella relativa al comando e controllo. A noi interessano le parti pregiate. Non investiamo sulla manifattura”. Ancora forte interesse infine per ATR (50% Finmeccanica-50%Airbus Group), nonostante “la necessità di ricostruire tutta l’attività manifatturiera da un lato, ingegneristica dall’altro e soprattutto, la supply chain, dove abbiamo perso miliardi. Stiamo rimettendo assieme i cocci in maniera robusta con un gruppo di manager che vedranno per la prima volta il breakeven, dopo anni di perdite”.