I cambiamenti climatici che sta conoscendo il Pianeta, unitamente ad altri fattori, rischiano di mettere in seria difficoltà la catena del cibo, che dipende dalla disponibilità di acqua. Se a questo si associa il fatto che la popolazione mondiale crescerà nei prossimi anni sempre di più, si capisce quanto sia importante portare avanti la produzione agricola in maniera sostenibile. Di questo si sono resi conto tutti e non è un caso che il clima sia da anni al centro delle agende politiche di tutto il mondo e che al cibo sia stato dedicata Expo, che da poco ha aperto i battenti a Milano. La situazione è sicuramente preoccupante, ma una risposta importante può arrivare dallo spazio, in grado, e non solo con l’Osservazione della Terra, di generare applicazioni pratiche, che possono essere utilizzate direttamente dagli agricoltori. Di questo e di altro si è discusso alla Sapienza di Roma, attiva da tempo nello studio e nella messa a punto di modelli matematici e sistemi di monitoraggio degli eventi climatici, alla presenza di Ellen Stofan, chief scientist della Nasa, che nel corso del suo intervento ha evidenziato come la ricerca spaziale possa concretamente migliorare la produzione agricola e incoraggiare un agricoltura sostenibile.
L’evento, che ha visto anche il contributo delle istituzioni e dell’industria spaziale nazionale (nello specifico Agenzia spaziale italiana, Agenzia spaziale europea, Thales Alenia Space italia, e-Geos e Aerosekur), ha rappresentato anche un’opportunità per discutere dei progressi fatti dai nuovi metodi di alta tecnologia per affrontare le sfide in agricoltura, sicurezza alimentare e cambiamenti climatici. “Growing food on a changing planet: how space science benefits life on earth”, questo il titolo della presentazione della responsabile Nasa, che unitamente all’Agenzia spaziale europea, ha sottolineato il grande impegno che i governi dovranno mettere nel settore agricolo. “Le informazioni raccolte dai satelliti stanno cambiando il modo di produrre il cibo. Ha detto Ellen Stofan. “I satelliti raccolgono informazioni su alluvioni, siccità, riscaldamento climatico, andamento dell’agricoltura, dagli Stati Uniti (la responsabile ha fatto l’esempio della California), all’Asia, passando per l’Africa, che poi possono essere trasformate in modelli matematici, in grado di prevedere l’andamento dei raccolti. Tutto questo viene reso pubblico dalla Nasa, per essere fruibile dagli agricoltori attraverso semplici piattaforme”. La responsabile ha poi spiegato che uno dei principali obiettivi dell’Agenzia aerospaziale americana è quello di “cercare acqua nel sistema solare, sotto qualsiasi forma, e che pertanto le aspettative su Marte sono molto elevate”, tanto che la Nasa auspica un forte coinvolgimento per le missioni future (si parla del 2030 per l’arrivo dell’uomo sul Pianeta Rosso) da parte delle altre Agenzie spaziali. Per quanto riguarda il contributo nazionale a questo settore, a Roma si è parlato tra le altre cose di Cosmo-SkyMed, la costellazione duale in grado di offrire una mappatura accuratissima delle coltivazioni, ma anche degli esperimenti fatti sulla Stazione Spaziale Internazionale.