L’approvazione da parte della Federal Communications Commission (Fcc), l’agenzia Usa che regola il settore delle comunicazioni, di un piano per iniziare a ‘smantellare’ le regole sulla neutralità della rete volute dalla precedente amministrazione Obama “era prevista e ampiamente attesa, dopo l’intervento normativo che qualche giorno fa aveva rimosso le regole sulla privacy imposte dalla stessa FCC con l’obiettivo di ristabilire parità di condizioni fra ISP, operatori di telecomunicazioni – Verizon, Comcast, AT&T – e OTT – Google, Facebook, Twitter – attivi sul mercato della pubblicità online”.
È quanto spiega a Cyber Affairs Maurizio Mensi, membro del Servizio Giuridico della Commissione europea a Bruxelles, professore SNA e Luiss Guido Carli e responsabile di @LawLab Luiss. “Comprensibile”, rileva l’esperto, “che i primi abbiano apprezzato l’approvazione del piano, con cui la nuova amministrazione Usa archivia definitivamente la strategia di Obama e segna un nuovo passo nella dialettica fra FCC, il regolatore delle comunicazioni, e FTC, l’autorità antitrust, questa volta sul terreno della net neutrality”. La Fcc, aggiunge Mensi, “vede comunque progressivamente ridursi i propri margini di manovra, dopo l’Internet Policy Statement del 2005 e il ruolo attivo svolto dalla giurisprudenza per definire i confini tra regolazione e antitrust, con la conclusione di ritenere auspicabile un’analisi antitrust caso per caso in base alla dottrina della rule of reason”. In Europa, conclude, “la situazione è un po’ diversa, in quanto con il Regolamento in tema di net neutrality dell’ottobre 2015 carrier e ISP sono già soggetti ai medesimi principi e tale condizione di parità è destinata a rafforzarsi con l’approvazione della proposta della Commissione Ue per un codice europeo delle comunicazioni. In sostanza, almeno su questo punto, Ue e Usa mostrano di procedere nella stessa direzione”.