Anche Northrop Grumman si ritira dalla gara per il T-X

Di Stefano Pioppi

Dopo la separazione tra Leonardo e Raytheon, anche Northrop Grumman si ritira dalla gara del programma T-X per l’addestratore avanzato che dovrà sostituire il T-38 dell’Aeronautica statunitense. La partecipazione alla competizione era stata annunciata nel 2015, quando il colosso statunitense aveva svelato la partnership con BAE Systems, L3 e la propria controllata Scaled Composites. Ora, arriva un inatteso passo indietro. “Northrop Grumman e il proprio socio principale BAE Systems hanno attentamente esaminato i requisiti e la strategia di acquisizione del Trainer T-X dell’US Air Force come dichiarati nella richiesta finale per proposte (RFP) pubblicata il 30 dicembre 2016”, si legge nella nota ufficiale del costruttore. “Le società hanno deciso di non presentare una proposta per il programma poiché essa non sarebbe stata nel loro migliore interesse e in quello dei propri azionisti”.

La concorrenza sul prezzo con le altre offerte era probabilmente diventata insostenibile per Northrop Grumman, soprattutto da quando il Gruppo aveva deciso di non portare avanti un progetto sulla base dell’Hawk di BAE Systems, come da piani iniziali, ma di svilupparne uno nuovo. Tale scelta, secondo DefenseNews, ha posto Northrop Grumman in posizione di svantaggio rispetto alle proposte basate su modelli già operativi, come nel caso del T-50A di Lockheed Martin, ma anche rispetto a Boeing, “la cui offerta è stata costruita per avere il costo più basso possibile”, scrivono Valerie Insinna e Aaron Mehta. Una settimana fa, le parole del ceo di Northrop Grumman Wes Bush avevano preannunciato una possibile uscita dalla gara T-X. “Lasciatemi essere chiaro – aveva detto -: non abbiamo ancora raggiunto una conclusione in merito. Tuttavia stiamo davvero valutando ogni opportunità attraverso la difficile e fredda lente della RFP, e di quale sarebbe il business case“.

La scorsa settimana era stata Raytheon ad annunciare il proprio ritiro, rompendo la collaborazione con Leonardo. Il colosso italiano guidava, come prime contractor, in partnership anche con CAE USA e Honeywell Aerospace, la proposta del T-100, addestratore sviluppato sull’M-346 dell’ex Alenia Aermacchi. Anche in quel caso, era stata la guerra al ribasso a far desistere Raytheon. Da quanto si evince dalle note rilasciate dalle società, il business agreement sarebbe saltato per le differenti vedute sul prezzo del velivolo da presentate, con l’azienda americana che avrebbe voluto un abbassamento del costo non rispondente agli interessi di Leonardo. In ogni caso, “a due mesi dalla gara, la decisione repentina e improvvisa di Raytheon mostra un atteggiamento superficiale e non da grande azienda qual è”, aveva commentato Guido Crosetto ad Airpress. Non è ancora chiaro se Leonardo presenterà la proprio offerta ma in ogni caso il Gruppo di piazza Monte Grappa si trova ora in difficoltà senza il proprio partner principale. “Leonardo ha il prodotto migliore in assoluto e quello che piace di più all’Aeronautica statunitense”, ha spiegato ancora Crosetto. “Deve trovare il modo di presentare la propria offerta, e mi auguro che Moretti offra una soluzione”.

A prescindere dalla scelta di Leonardo, restano le offerte di Lockheed Martin, che presenta il T-50A in collaborazione con Korean Aerospace Industries, quella di Boeing, che ha costruito un progetto clean-sheet insieme a Saab, e quella, ancora più misteriosa del Freedom Trainer di Sierra Nevada e Turkish Aerospace Industries. Il programma Advanced Pilot Training degli Stati Uniti, più noto come T-X, dovrebbe garantire un ordinativo di 350 velivoli per un valore che Reuters stima in 16 miliardi di dollari. Il contratto dovrebbe essere assegnato dal Pentagono quest’anno, mentre si prevede che la fase di sviluppo avvenga tra il 2018 e il 2022, per consentire l’operatività dal 2024 e le consegne entro il 2030.

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