Gli Stati Uniti forniranno a Israele assistenza militare del valore di 38 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. L’accordo, nella forma di Memorandum of Understanding (MoU), permetterà di proseguire una storica cooperazione militare e di rinsaldare i rapporti tra i due Paesi. La scadenza dell’accordo attualmente in vigore, firmato nel 2007 per un assistenza di 3 miliardi di dollari all’anno per dieci anni, avverrà l’anno prossimo, ma Obama teneva forse a chiudere la presidenza con il contratto di assistenza militare più consistente nella storia degli Stati Uniti.
Il sostegno di Washington ha permesso negli anni a Israele di dotarsi dei sistemi di difesa missilistica attualmente a disposizione, Iron Dome, David’s Sling e Arrow, rispettivamente corto, medio e lungo raggio. In programma, c’è sicuramente un ulteriore rafforzamento delle capacità militari israeliane, tra cui nuovi caccia F-15 e convertiplani V-22 Osprey.
Oltre al valore militare rappresentato dai 3,8 miliardi annui che gli Stati Uniti forniranno a Gerusalemme, c’è poi la valenza politica dell’accordo. Obama chiude la presidenza ricucendo lo strappo che l’accordo nucleare iraniano aveva provocato nei rapporti con Israele. Inoltre, se a questo si aggiunge l’intesa sul cessate-il-fuoco in Siria con la Russia, gli Stati Uniti tornano a mostrarsi capaci di gestire una dinamica rete di alleanze in un regione in cui apparivano in arretramento. D’altra parte, il primo ministro Netanyahu si assicura il supporto militare statunitense fino al 2028, evitando le incertezze legate al prossimo presidente americano. Certo, restano alcuni dubbi legati alle possibili reazioni degli alleati americani in Medio Oriente e dell’Iran. Dichiarazioni pungenti non tarderanno ad arrivare. Intanto, la firma dell’accordo è prevista per oggi pomeriggio presso il Dipartimento di Stato a Washington.