L’istanza per accedere alla procedura di amministrazione straordinaria è stata presentata al ministero dello Sviluppo economico. Lo ha reso noto ieri la stessa Piaggio Aerospace, dopo mesi di incertezza e di preoccupazione da parte dei circa 1.200 dipendente dell’azienda di Villanova d’Albenga. Ora, la palla passa al Mise, che in pochi giorni dovrà illustrare il da farsi.
LA NOTA DELLA SOCIETÀ
“Nonostante l’impegno e il duro lavoro di tutti i dipendenti di Piaggio Aerospace, così come il significativo supporto finanziario sostenuto dal socio nel corso degli anni, le assunzioni fondamentali del piano di risanamento approvato nel 2017 non si sono concretizzate”, ha fatto sapere la società. “La continua incertezza e le attuali condizioni di mercato fanno sì che la società non sia più finanziariamente sostenibile”. Di conseguenza, “il consiglio di amministrazione di Piaggio Aerospace ha pertanto assunto la difficile decisione di presentare istanza al ministero per lo Sviluppo economico per accedere alla procedura di amministrazione straordinaria (cosiddetta Legge Marzano), considerato lo stato di insolvenza della società”.
GLI ULTIMI PASSAGGI
Nei prossimi giorni si capiranno le intenzioni del Mise, guidato da Luigi Di Maio, dove lo scorso martedì c’era stato un vertice con i lavoratori. Nelle settimane precedenti, le preoccupazioni erano aumentate sulla scia delle voci secondo cui l’azionista Mubadala (che dal 2015 possiede il 100% di Piaggio Aerospace) stesse pensando alla messa in liquidazione dell’azienda. Al centro del rilancio di Piaggio Aerospace resta tutt’ora il programma per i droni militari P.2HH, che per l’Italia costerebbero 766 milioni di euro (per 20 velivoli) fino al 2032, a fronte di uno sforzo parallelo da parte degli Emirati Arabi. Eppure, lo Schema di decreto ministeriale, presentato alle commissioni Difesa lo scorso febbraio, è tornato nell’agenda dei lavori parlamentari solo questa settimana, quando l’amministratore delegato, Renato Vaghi, è stato ascoltato sul tema.
IL VALORE DEL PROGRAMMA P.2HH
Alla fine dello scorso anno, ha spiegato il manager alle commissioni, Piaggio Aerospace ha strutturato il nuovo piano industriale, focalizzando la sua missione sulla velivolistica e, in particolare, su quella “defence” a pilotaggio remoto. “L’investimento sul programma dei droni è un suo elemento importante – ha rimarcato l’ad – e per questo il bilancio 2017, pur gestionalmente chiuso, non è ancora stato pubblicato”. In altre parole, si attende di capire se i fondi per il P.2HH saranno effettivamente stanziati. Se così non fosse, “dovremmo rivedere il piano industriale”. Ad ogni modo, “stando alle previsioni correnti”, lo scorso anno le perdite sono state “minori rispetto a quelle inizialmente previste, con il miglioramento della posizione finanziaria netta grazie alla ristrutturazione del debito avvenuta, di concerto con l’azionista, alla fine del 2017”. D’altra parte, nel 2016 le perdite erano state di 90 milioni di euro, in calo rispetto ai 242 milioni del 2015
IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE
In particolare, prima a maggio di fronte alle commissioni speciali, e poi lo scorso mercoledì alle commissioni Difesa, Vaghi aveva spiegato il piano di ristrutturazione messo in atto alla fine del 2017. Si basa su tre pilastri: “la riacquisizione del debito che avevamo contratto nel 2007 per un valore totale di 200 milioni di euro; l’apporto finanziario da parte dell’azionista Mubadala del valore di oltre 250 milioni di euro mediante finanziamento soci, poi convertito in capitale sociale; e il riscadenziamento del debito nei confronti della società Leonardo, del valore di circa 115 milioni e tutto relativo allo sviluppo del programma HammerHead (i droni militari, ndr) di cui Leonardo è nostro partner principale”.