, In Evidenza

“Il mercato ha bisogno del Vega, questo oggi è un fatto”. A dirlo nella sede dell’Asi – durante il workshop avente ad oggetto il lanciatore a cui hanno partecipato tutti gli attori istituzionali, industriali e del mondo accademico coinvolti nella filiera legata al lanciatore – il direttore della divisione lanciatori dell’Agenzia spaziale europea Esa, Gaele Winters. “Vega e Ariane 6 sono sistemi comparabili, connessi tecnologicamente e politicamente. Andranno a costituire una famiglia di lanciatori in grado di coprire il mercato istituzionale e commerciale a costi competitivi, questa la prima e più importante sfida che ci aspetta”. Il Vega è un lanciatore in grado di portare in orbita satelliti fino a 1.500 kg e fino a 700 km (LEO), ma che per effetto delle sue evoluzioni future la Vega C, approvata dall’ultima ministeriale Esa, e Vega E – attualmente allo studio – vedrà aumentate le proprie prestazioni sia in termini di payload che di raggio d’azione. In particolare, la versione di medio termine C, la cui entrata sul mercato è prevista intorno al 2020, sarà in grado di caricare e rilasciare nelle orbite basse anche più satelliti, fino ad un massimo di due tonnellate, grazie ad un nuovo secondo stadio, lo Z40, e ad una nuova avionica, mentre la E (la cui proposta di programma è attesa per il 2016) di lanciare satelliti ancora più grandi, della stessa categoria di quelli Cosmo-SkyMed seconda generazione. “Il tutto – fanno sapere in Asi – senza incrementare i costi di lancio”. Per il Vega E si sta anche pensando a un lanciatore “heavy”, il Vega EH, dotato di booster aggiuntivi, gli stessi di Ariane 6, così come di utilizzare come stadio superiore il Mira, che recentemente ha superato un’importante campagna di prove. “Il Vega è un lanciatore molto flessibile – ha detto Stefano Bianchi, program manager di Vega in Esa – e dopo 4 successi consecutivi i clienti, specie commerciali, cominciano a vederlo come un riferimento, anche perché i missili balistici cominciano a diventare obsoleti. Se riusciremo a mantenere questo ritmo di successi e ad aumentare la cadenza di lanci annuali (attualmente sono 3), diventerà ancora più competitivo in termini di costi e si creerà un circolo virtuoso”. Quanto al quarto stadio a liquido del lanciatore, l’Avum, che equipaggia il Vega attuale e che andrà anche sulla versione C, il responsabile dell’Esa ha dichiarato che non ci sono criticità riguardo la fornitura delle componenti ucraine a causa della crisi internazionale. “L’Ucraina ci ha sempre fornito le parti nei tempi e secondo i nostri standard. Tuttavia, data la situazione e anche per coinvolgere nel programma la Germania, stiamo studiando un motore europeo, per il quale Airbus Group ha già messo a punto un dimostratore”. “Non è escluso – ha aggiunto Bianchi – che questo stadio possa già equipaggiare la prossima versione del lanciatore”.