Pinotti ha illustrato in commissione Esteri e Difesa lo stato delle missioni all’estero

Di Michela Della Maggesa

“Le missioni militari all’estero sono importanti tanto per la sicurezza del nostro Paese, quanto per la sua credibilità internazionale”. A dirlo il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, sentita sullo stato delle missioni in corso, dalle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. A aprire l’informativa la situazione del Mediterraneo centrale, dove prosegue l’operazione Mare Sicuro, “resa necessaria per gli sviluppi della crisi libica e l’esigenza di incrementare le misure di tutela della sicurezza nazionale attraverso un rafforzamento del dispositivo aeronavale”. Mare Sicuro viene condotta in stretto coordinamento con l’operazione Triton, svolta sotto egida dell’Agenzia europea Frontex. Il ministro ha poi ricordato la missione europea Eunafvormed, missione che vede operare più Paesi europei sotto il comando operativo dell’ammiraglio italiano Enrico Credendino.“Ad oggi diciotto Paesi membri dell’Unione europea hanno manifestato la volontà di partecipare alla missione” ha aggiunto il ministro, ricordando che l’Italia impiega circa 1.000 militari.
In riferimento alla situazione in Nord Africa, prosegue la collaborazione con la Tunisia. “Continuiamo a sostenere le capacità delle Forze di sicurezza tunisine. Paese amico, fortemente minacciato dall’instabilità e dalla presenza di forze radicali” ha detto Pinotti. Riguardo il vicino e Medio Oriente, prosegue l’impegno in Libano con la missione dell’Onu Unifil, con circa 1.100 militari. In merito alla situazione in Iraq, il ministro ha sottolineato come “il progressivo espandersi del terrorismo islamista, poi sfociato, per opera dell’Isis, nella costituzione di uno ‘Stato di fatto’, in una vasta regione a cavallo fra Siria e Iraq, ha creato una connessione fra la guerra civile in Siria e il conflitto in corso in Iraq”. Significativo il contributo dell’Italia alla coalizione internazionale anti-Isis. “La fornitura di armi alle Forze di sicurezza curde avviata circa un anno fa è stata completata, e tali sistemi sono ora correntemente utilizzati dai curdi, che hanno espresso il loro ringraziamento per quanto fornito”, ha aggiunto il ministro, ricordando la sua recente visita in Iraq e nel Kurdistan iracheno. L’Italia, quale ulteriore contributo alla coalizione multinazionale, ha assunto la guida, con l’Arma dei Carabinieri, della formazione della polizia irachena nell’area di Baghdad mentre prosegue, in Afghanistan, l’addestramento delle Forze di sicurezza locali con circa 500 militari italiani presenti a Herat. .