In visita a Herat, il ministro della Difesa Pinotti ha espresso profonda gratitudine da parte del governo, del parlamento e del popolo italiano, ai militari di tutte le specialità delle Forze armate italiane presenti nel contingente afghano “per lo straordinario impegno, professionale ed umano profuso in Afghanistan”. La visita è iniziata con la resa degli onori militari e la deposizione di un corona al monumento in onore dei 53 soldati italiani caduti nel corso della missione Isaf, missione che “nel tempo si è evoluta ma è sempre stata caratterizzata da storie di persone capaci di consolidare sentimenti di profonda vicinanza e fratellanza tra il popolo afghano e il popolo italiano” – ha affermato il ministro. Rivolgendosi direttamente ai soldati di Herat ha aggiunto: “L’Italia è orgogliosa di voi. Siete la miglior carta d’identità nel nostro Paese all’estero”.
La Pinotti aveva già incontrato il governatore della provincia di Herat e i vertici delle forze armate afghane della regione i quali hanno espresso – si legge in una nota – “profonda gratitudine nei confronti del governo italiano per l’attività di formazione e di addestramento svolta nei confronti delle forze di sicurezza afghane e per l’importante opera di ricostruzione e sviluppo realizzata in questi anni”. Di seguito un colloquio con il procuratore capo della provincia di Herat, Maria Bashir, la prima donna a ricoprire questo incarico in Afghanistan e da sempre attiva nella battaglia all’illegalità e per la difesa dei diritti delle donne.
Riguardo a una “ possibile, futura presenza militare italiana al termine della missione Isaf, con la formazione del nuovo esecutivo – secondo quanto riportato in una nota del comando del contingente – sarà possibile affrontare le questioni ancora aperte, quali le firme dell’accordo bilaterale con gli Stati Uniti e del Status of Force Agreement (SOFA) con la Nato, indispensabili cornici giuridiche per la permanenza delle nostre forze dopo il 2014, seppur largamente ridotte nei numeri e con compiti solamente addestrativi e di formazione”.