Professionalità e senso dell’impegno. Sono queste le caratteristiche dei militari italiani impegnati in Iraq secondo il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che proprio ieri ha concluso un intenso viaggio nel Paese. Il ministro ha infatti incontrato a Baghdad il premier iracheno Haydar Al Abadi, “con cui ha discusso delle questioni relative al consolidamento delle relazioni tra i due paesi nei settori della sicurezza, dell’addestramento e della lotta al terrorismo ed alla sua ideologia”, spiega la nota del ministero. Nella capitale, la Pinotti ha tenuto un incontro anche con il il generale statunitense Stephen Townsend, comandante della coalizione anti Daesh che raggruppa oltre 60 Paesi. A Erbil si sono svolti invece i colloqui con il presidente del Kurdistan iracheno Masoud Barzani, con il primo ministro del Kurdistan iracheno Nechirvan Barzani, e con il ministro dell’Interno e dei Peshmerga Karim Sinjari, che ha ringraziato l’Italia per il contributo offerto alla lotta al terrorismo.
Ultima tappa del viaggio in Iraq, la visita presso la diga di Mosul dove il ministro ha incontrato i militari italiani della Task Force “Praesidium”. Durante il viaggio, che ha avuto come prima tappa il Kuwait lo scorso martedì, la Pinotti è stata accompagnata dal capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano e dal capo di gabinetto Alberto Rosso.
“Sconfiggere il califfato vuol dire sconfiggere la potente idea che questi terroristi hanno messo in campo quando sono riusciti a conquistare questi territori”, ha detto il ministro rivolgendosi al personale nazionale della Task Force Air in Kuwait. Messaggio ribadito anche durante gli incontri con i militari italiani di tutte le Forze armate dispiegati nelle tre città irachene con compiti di addestramento e assistenza alle forze di sicurezza locali impegnate nell’offensiva contro i terroristi del Daesh e nel controllo del territorio liberato dalla minaccia integralista. Ai nostri connazionali il ministro ha rivolto il suo apprezzamento e quello del governo italiano per l’importante lavoro svolto. “L’Italia ha addestrato circa il 25 per cento delle forze di sicurezza locali”, ha detto il Ministro parlando a Erbili con i militari dell’operazione Prima Parthica. Un compito svolto con “professionalità e senso dell’impegno” che riscuote l’apprezzamento di tutti.
L’Italia è impegnata in Iraq con un contingente di circa 1.400 uomini appartenenti a tutte le forze armate e impiegati in fasi successive nella missione. Il contingente italiano è uno dei più numerosi nel paese mediorientale ed è dispiegato in tre città, tra cui Baghdad. Ad Erbil l’attività viene svolta da personale dell’esercito inquadrato nella Task Force Land, costituita a gennaio 2015, ed inserita nel Kurdistan Training Coordination Center (Ktcc). Dall’8 giugno 2016 il Ktcc – al quale contribuiscono nove nazioni e il cui comando è attribuito alternativamente per un semestre all’Italia e alla Germania – è a guida italiana.
A Erbil l’Italia impiega al momento circa 400 militari, di cui 120 istruttori e garantisce anche il servizio di recupero del personale civile e militare sostituendo un’unità statunitense. Il dispositivo, che ha la base operativa nel locale aeroporto, opera a favore di personale della coalizione rimasto isolato sul terreno anche in aree potenzialmente ostili. Questa capacità operativa è assicurata da un gruppo di circa 130 militari e otto elicotteri (quattro NH90 da trasporto ed evacuazione e quattro elicotteri A129 Mangusta per la scorta). A Mosul, invece, sono presenti circa 470 militari a protezione della diga e del personale della ditta italiana Trevi che lavora al consolidamento dell’invaso. I primi uomini della task force dispiegata a protezione della Diga di Mosul sono arrivati nell’aprile del 2016 per compiere ricognizioni ed attività tecnico-logistiche, mentre l’immissione del contingente si è conclusa lo scorso mese di ottobre. A Baghdad uomini delle forze speciali, appartenenti a tutte le Forze armate, addestrano i militari iracheni del Servizio antiterrorismo e le forze speciali curde Peshmerga. Dalla fine di giugno 2015 inoltre è attiva nella capitale irachena una Task Force dei Carabinieri di circa 90 unità con il compito di addestrare gli agenti della polizia federale irachena destinati ad operare nei territori liberati dal giogo dello Stato islamico.
(Foto: Ministero della Difesa)