, In Evidenza

Non sarà una semplice visita di rito quella che il sottosegretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, terrà in Italia martedì e mercoledì. Tra i molti dossier sul tavolo del numero uno del Pentagono e del ministro Roberta Pinotti ci sarà in primo luogo il rafforzamento della sicurezza nel quadrante del Mediterraneo, all’interno del quale Roma può recitare un ruolo fondamentale. La ragione di ciò è non solo nella collocazione geografica, che pone la Penisola come pivot naturale in questo scacchiere, ma anche nel rapporto che Via XX Settembre ha costruito in questi anni con la controparte americana.
Tra i due Paesi c’è una cooperazione che parte dalla Nato, per abbracciare l’intero versante strategico – dal contrasto allo Stato Islamico in Siria e in Iraq alla delicata crisi libica – , ma c’è dell’altro.
Non è secondario infatti il dialogo tra le industrie di settore, che nel tempo ha visto diversi investimenti in Italia da parte di imprese a stelle e strisce.
Ad esempio l’acquisizione da parte di General Electric di Avio Aero; Boeing, che co-produce a Cascina Costa parti degli Chinook Ch-47F destinati alle forze speciali; o ancora Lockheed Martin, impegnata con gli F-35, ma anche nel comparto navale (è prime contractor di una maxi commessa che darà lavoro anche a Marinette Marine, controllata di Fincantieri) e nel programma missilistico Meads.
Di questa e altre sfide della difesa si parlerà oggi in un seminario della rivista Airpress partecipato da Patrick Dewar, vice presidente esecutivo di Lockheed Martin International e presidente di Lockheed Martin Global.
“È importante – spiega il top manager – che Italia e Stati Uniti continuino ad alimentare un legame già forte. Ciò può avere positive ripercussioni sotto il profilo occupazionale, ma soprattutto può rappresentare il modo migliore per farci trovare pronti nel contrastare le tante minacce alle quali assistiamo, in scenari come l’Ucraina o il Medio Oriente”.