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“Per le aziende italiane coinvolte nel programma F-35 stanno cominciando ad arrivare le prime ricadute. Il programma, con l’avvio del ramp-up di produzione, sta producendo risultati per tutte quelle aziende che si sono qualificate per produrre qualcosa di nuovo, di competitivo e di altamente tecnologico”. Così il capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare italiana, generale Pasquale Preziosa, in occasione della consegna del primo “crane” dell’F-35, uscito dallo stabilimento Aviogei di Aprilia. “64 ditte italiane hanno vinto la competizione e oggi iniziano la produzione sotto contratto”. In particolare, per quanto riguarda Aviogei, circa 120 addetti, scelta da Lockheed Martin per la progettazione e la produzione delle gru semoventi per il sollevamento del velivolo e la sua manutenzione, in base ad eccellenza produttiva e best value, questa ha contrattualizzato con il prime contractor 12 gru per gli Stati Uniti, per un valore di circa 8 milioni di euro, mentre altri crane saranno ordinati da tutti i Paesi che acquisiranno l’F-35, sulla base delle loro esigenze di operatività e impiego dei velivoli. Intenzione di Aviogei è di arrivare ad una “partnership di lungo termine” con Lockheed Martin, “che – ci fanno sapere – nell’arco dei prossimi 3 anni potrebbe portare alla produzione di 47 gru semoventi” su vari lotti. “Il crane dell’F-35 è il risultato di una straordinaria partnership industriale – ha detto Franco Cesarini, ceo di Aviogei -. Il nostro team sta lavorando unito per produrre l’attrezzatura necessaria (ad Aprilia verrà prodotto prima un sistema al mese, poi due, ndr), perché l’F-35 possa operare in tutto il mondo e il nostro business sta crescendo di conseguenza”. “Un programma globale come questo – ha detto ancora il capo di SMA – valorizza ulteriormente la creatività delle aziende italiane, che costruiscono prodotti completamente nuovi e li inseriscono in un circuito internazionale, con evidenti benefici sul sistema industriale nazionale”. “L’Italia – ha aggiunto il generale Preziosa – possiede in nuce le capacità per competere e vincere, 64 aziende lo hanno dimostrato, con tecnologie allo stato dell’arte pensate per quello che sarà il futuro dell’aviazione militare”. “Il futuro – ha concluso Preziosa – non si crea dall’oggi al domani. L’Italia ha deciso di partecipare al programma F-35, il primo prodotto dell’era digitale, nel 1998. Adesso siamo alla realizzazione di un qualcosa concepito 20 anni fa. Avere piani è fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi attività aeronautica”. Intanto, questa settimana, ha volato a Fort Worth il primo F-35 equipaggiato della prima ala italiana, uscita dalla Faco di Cameri e consegnata a Lockheed da Alenia Aermacchi (ora Finmeccanica Aeronautics) a marzo dello scorso anno. Nello stabilimento sono attualmente nei diversi stadi di lavorazione otto caccia.