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Secondo l’amministrazione Obama, la Federazione Russa ha violato il trattato conosciuto come Intermediate-Range Nuclear Force del 1987 (Inf) testando un nuovo missile da crociera lanciato da terra (Glcm). Da parte sua il governo russo nega ogni addebito, sostenendo che in realtà la presa di posizione degli Usa è strumentale al tentativo di distogliere l’attenzione della comunità internazionale dalle violazioni statunitensi di tale trattato. Almeno per il momento, un vero e proprio tentativo di risoluzione negoziale sembra molto lontano. In ogni caso, se da una parte è lecito chiedersi quale sia l’odierna effettiva utilità di un accordo che non vincola i missili intermedi lanciati dal mare o dall’aria, d’altra parte il rispetto di questo come di qualsiasi altro trattato è un qualcosa importante per sé. Vale la pena notare che, sempre secondo quanto dichiarato dall’amministrazione Obama, la Federazione russa dovrebbe aver iniziato a testare un missile da crociera non conforme al Trattato Inf già nel 2008, dunque molto prima dello scoppio della crisi ucraina e dell’annessione della Crimea. Tuttavia, solo nel 2011 gli Stati Uniti sono stati in grado di determinare che si trattava di un Glcm.
L’amministrazione Obama ha sviluppato una sua strategia per rispondere alla violazione del Trattato Inf da parte della Federazione Russa, ma il Congresso preme per un’azione più incisiva, mentre sull’intera vicenda incombono le elezioni generali del prossimo novembre. L’amministrazione Obama ha inizialmente dichiarato l’intenzione di perseguire due obiettivi: riportare la Federazione Russa nell’osservanza del Trattato INF e, quindi, di mantenerlo in vigore; garantire che la Federazione Russa non ricavi nulla di rilevante dalla violazione del Trattato INF. A fronte della riluttanza con la quale la Federazione Russa ha reagito alle sollecitazioni statunitensi, l’amministrazione Obama ha da ultimo cominciato a valutare l’implementazione di un nuovo pacchetto di misure diplomatiche, economiche e militari.
Se la Federazione russa decidesse un giorno di schierare operativamente un nuovo Glcm in prossimità del continente europeo, oppure nella regione dell’Asia del Pacifico, la risposta militare statunitense sembra da una parte destinata ad aumentare le difese attive volte al contrasto dei Glcm, a potenziare le capacità di attacco preventivo volte a impedirne il lancio e, più in generale, a potenziare le capacità d’attacco in profondità tanto proprie quanto quelle degli Alleati. In altre parole, l’amministrazione Obama sembra considerare una vasta gamma di opzioni, alcune anche incompatibili con il Trattato Inf. Le scelte non conformi sono probabilmente parte di un processo di pianificazione di emergenza nel caso ogni mediazione politica con una Federazione Russa che abbina alla violazione del Trattato Inf un comportamento globalmente aggressivo finisse con il rivelarsi inefficace.
Con una Federazione russa che conta sul proprio arsenale nucleare per affermare la propria potenza e il proprio prestigio, molto dipenderà da come quest’ultima davvero guarda al Trattato Inf. Se lo concepisce ancora come un qualcosa di suo interesse, la prospettiva che nuove misure statunitensi possano direttamente o indirettamente danneggiarla dovrebbe esser sufficiente per avviare un percorso volto a salvare il Trattato Inf. Nel caso contrario, la Federazione russa potrebbe sperare che siano gli Stati Uniti a ritirarsi dal Trattato Inf, oppure che intraprendano qualche passo così palesemente in contrasto con il Trattato Inf da potersi liberare dei suoi vincoli senza ammetterne per prima la violazione.