In un’intervista televisiva il ministro della Difesa indiano, Manohar Parrikar, ha dichiarato che l’India acquisirà 36 caccia Rafale (invece di 126) “flyaway” – oggetto di un accordo dello scorso aprile – e che il denaro risparmiato (circa 15 miliardi di dollari) servirà all’acquisizione di 200 caccia Tejas LCA (Light Combat Aircraft). Il caccia “indigeno” servirà a rimpiazzare i MiG-21 e MiG-27, che saranno ritirati dal servizio attivo entro il 2022. La Difesa indiana era in negoziazione con Dassault dal 2012 per l’acquisto di 126 caccia Rafale, 108 dei quali avrebbero dovuto essere costruiti su licenza da parte di Hindustan Aeronautics. Intanto – si apprende dalla stampa – sono ripartiti I negoziati tra Francia ed Emirati Arabi Uniti per una versione più capace del Rafale, mentre il Belgio e la Malesia sono stati indicati come potenziali clienti del caccia.
Questi ultimi sono stati indicati come potenziali clienti di export anche dal consorzio Eurofighter, impegnato a cercare di mandare avanti le linee di produzione del caccia europeo. “Non è il momento di parlare di chiusura delle linee”, ha dichiarato in proposito il numero uno del consorzio Eurofighter GmbH, Alberto Gutierrez a Defence News, spiegando che queste rimarranno aperte non solo per andare incontro a nuovi ordini, ma anche per retrofit e upgrade. “Abbiamo la responsabilità di assicurare che l’Eurofighter sia prodotto oltre il 2018”.
“Ci sono – ha aggiunto il ceo – numerose campagne in corso nel mondo aperte al Typhoon, nonostante le sconfitte in India e Qatar (che ha optato anch’esso per il Rafale, ndr) e probabilmente in Kuwait (che sembra abbia optato per l’F-18). “Bisogna avere pazienza il mercato dei caccia è lento (le vittorie “lampo” del Rafale in Egitto e in Qatar sembrerebbero aver dimostrato il contrario, ndr) e le decisioni non sono prese sulle esigenze del momento”. Tra le altre prospettive di export indicate per il caccia europeo Arabia Saudita, Bahrain, Danimarca, Polonia e Finlandia.