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Pieno supporto al Governo di accordo nazionale (Gna) di Fayez al Sarraj. Lo ha promesso il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg incontrando questa mattina a Bruxelles il primo ministro libico designato. “La Nato è pronta ad assistere la Libia nella costruzione di efficaci istituzioni di sicurezza e difesa, nel rafforzamento della capacità di combattere il terrorismo e creare le condizioni per la pace”, ha detto Stoltenberg. Dopo l’incontro dello scorso settembre, Sarraj incassa nuovamente il supporto dell’Alleanza atlantica, e lo fa in un momento in cui il processo di stabilizzazione sembra arenarsi sull’accordo con il generale Haftar, non a caso sponsorizzato dalla Russia. “C’è urgente bisogno di una soluzione politica della crisi basata sull’implementazione del Libyan Political Agreement”, ha spiegato il segretario generale. “La Nato supporta il vostro governo, l’unico rappresentativo del popolo libico; mentre voi lavorate per stabilizzare il Paese, molti alleati stanno già fornendo supporto militare ed economico”. Parole che danno l’idea di un accordo basato comunque sulla reciprocità degli interessi tra Bruxelles e Tripoli: sostegno economico, militare e politico in cambi di stabilizzazione, impegno nella lotta all’Isis e nel controllo delle frontiere.

Proprio su quest’ultimo punto Sarraj ha discusso anche con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, alla vigilia del vertice di Malta che dovrebbe proporre la strategia per bloccare la tratta libica. In tale dinamica, il governo di Sarraj vuole probabilmente giocarsi la sua carta più rilevante – l’accesso alle navi europee nelle acque territoriali libiche per il contrasto agli scafisti – in cambio di un potenziamento del supporto da Occidente. “Speriamo che i meccanismi della Ue per aiutare la Libia saranno più concreti: non parliamo dell’ammontare di soldi dedicato a questo aiuto, perché è molto poco”, ha riconosciuto Sarraj a margine del meeting con Tusk. Stoltenberg sembra avanzare le proprie condizioni: “Rafforzare la capacità di combattere il terrorismo e creare le condizioni per la pace”. La Nato, da parte sua, resta disposta a “offrire consigli – aggiunge il segretario generale – sull’istituzione di un ministero della Difesa moderno, di uno Stato maggiore e di servizi di sicurezza e intelligence sotto il controllo civile”.

In ogni caso, con l’Ue è fronte comune: “l’operazione Nato Sea Guardian è già a supporto dell’operazione Sophia dell’Ue nel Mediterraneo, attraverso il supporto logistico e la condivisione delle informazioni”. Ma la collaborazione potrebbe andare persino oltre. “Qualora richiesto – ha detto Stoltenberg – possiamo anche supportare gli sforzi dell’Unione europea nel rafforzare la Guardia Costiera libica e la Marina”, attività che proprio l’Italia svolge nell’ambito di Sophia. “Possiamo aiutare a tenere il Mediterraneo libero delle attività di traffico e terrorismo, una priorità strategica per la Nato e per i nostri partner in Nord Africa”. L’Alleanza atlantica si allinea dunque alla politica europea, la quale sembra aver finalmente abbracciato la linea promossa dall’Italia: accordo con i Paesi di partenza e transito. Certo, per la Libia occorre prima di tutto che le istituzioni nazionali si consolidino e che il governo riesca ad esercitare pieno controllo del territorio. Questo è l’obiettivo del nuovo endorsement, preludio forse a un supporto più concreto, di Tusk e Stoltenberg a Fayez al Sarraj.