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Google, con Project Loon, manda in orbita palloni aerostatici che emettono segnale wireless per portare Internet in tutto il mondo. Facebook non vuole essere da meno e finanzia Internet.org, una collaborazione tra giganti della rete e della comunicazione, come Nokia e Qualcomm, per rendere accessibile la connessione anche nelle zone più remote del mondo. Ma presto saranno i dirigibili a farci navigare sul web
Una vasta fetta della popolazione mondiale non può accedere ad Internet perché non possiede l’infrastruttura necessaria. Sfruttando l’aria e lo spazio, le grandi compagnie come Google e Facebook sperano di aggirare gli ostacoli di natura economica e ambientale e portare il segnale a quei 5 miliardi di persone che ancora vivono disconnesse.
La pazza idea di Google
I palloni aerostatici che Google sta mandando in orbita sono alimentati da energia solare e volano a circa 20 km dalla superficie terrestre. Nella stratosfera i venti si dispongono a strati, ognuno con il suo verso e la sua velocità e i tecnici di Google, utilizzando complicati algoritmi, possono inserire le “mongolfiere” nel giusto strato di vento in modo da farle andare esattamente dove c’è necessità. Una volta in movimento, i palloni si collegano a stazioni terrestri che a loro volta emettono il segnale wireless per 25 miglia circa. Per ora esistono solo 30 prototipi che volano sopra la Nuova Zelanda ma il piano di Google è creare a breve un anello intorno al 40°parallelo.
I droni di Zuckerberg
Facebook ha puntato gli occhi su Ascenta, un’azienda britannica che produce velivoli a pilotaggio remoto. L’obiettivo è creare un’imponente flotta in grado di coprire l’intero globo: i droni a lungo raggio saranno utilizzati per le zone ad alta densità poiché possono volare più a lungo e garantire una connettività più estesa, mentre nelle aree più remote saranno i satelliti in orbita geostazionaria a portare il segnale.
Nonostante gli sforzi, molti non credono alle buone intenzioni di Zuckerberg, il quale sostiene di voler rendere Internet accessibile a tutti per fare del pianeta un luogo più democratico e portare le informazioni nelle zone attualmente isolate dal resto del mondo. In ogni caso, Internet.org ha illustri sostenitori: perfino il guru della tecnologia Alec Ross sembra apprezzare il progetto, come ha recentemente dichiarato in un’intervista al quotidiano Huffington Post “ogni volta che parliamo dell’opportunità di porre fine alla povertà globale, abbiamo bisogno di parlare anche di connettività globale – e incalza – è arrivato il momento di connettere il mondo”.
La stessa Onu ha sollecitato più volte gli Stati a provvedere alla rimozione di tutti quegli ostacoli che non consentono l’accesso alla rete o che addirittura lo vietano per censurare i contenuti che potrebbero danneggiarli. Ma in Paesi come la Cina o il Pakistan, che utilizzano la censura per arginare la potenza dei social media e della rete, la presenza di droni o mongolfiere che connettono la popolazione al web sarebbe gradita?
Stratobus, un dirigibile di nuova generazione
Intanto, Google e Facebook stanno per assistere alla nascita di un nuovo concorrente nella sfida globale alla connettività: StratoBus. Si tratta di un gigantesco dirigibile in fibra di carbonio, alimentato da energia solare e in grado di raggiungere una velocità di 90km/h. L’aerostato volerebbe alla stessa altezza delle mongolfiere di Google, al di sopra delle rotte aeree e svolgerebbe una funzione di monitoraggio costante, in particolar modo per arginare il fenomeno della pirateria. Inoltre, lo StratoBus potrebbe svolgere tutte le funzioni delle mongolfiere di Google e dei droni di Facebook ma garantendo continuità di segnale, nessun limite di volo e costi nettamente inferiori. Per ora, l’azienda ideatrice del progetto – la Thales – smentisce l’esistenza di un prototipo di StratoBus, ma sembra proprio che Google e Facebook non siano più soli nel tentativo di portare il web in tutto il mondo.