La nuova Guerra fredda è con la Cina (anche nello spazio). Parla il capo del Pentagono

Di michele

“China is a threat economically and diplomatically”. Così il segretario della Difesa Patrick M. Shanahan ha spedito ad alleati e partner un chiaro messaggio su eventuali ipotesi di avvicinamento al Dragone cinese. Intervistato da Fox News, il capo del Pentagono ha aspramente criticato il modus operandi della Repubblica popolare cinese, senza nascondere le preoccupazioni sulle sfide presenti né tanto meno circa le minacce del futuro, a partire da quelle spaziali.

IL RITORNO AL CONFRONTO

Tra le principali criticità tra Washington e Pechino, Shanahan ha ricordato come sia giunto il momento di affrontare questioni come “la militarizzazione del Mar cinese meridionale, il Partito comunista cinese che lancia gli attacchi informatici contro gli Stati Uniti, il furto di proprietà intellettuale e una significativa espansione delle capacità militari”. Che il sogno di un mondo unipolare fosse giunto al termine non è di certo una cosa nuova, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che saremmo tornati a respirare un’aria che ricorda così tanto quella della Guerra fredda. Dopo anni di relativo ottimismo, sembrerebbe che le Grandi potenze siano entrate in una nuova era di confronto. Dalla continua rivalità con la Russia, alla guerra commerciale con la Cina, gli Stati Uniti di Donald Trump si stanno muovendo inesorabilmente verso un possibile futuro caratterizzato da grandi sfide.

LA NUOVA FRONTIERA

Il dominio dello spazio sembra essere diventato non solo una delle principali priorità ma una vera e propria necessità per tutti quegli Stati che aspirano allo status di Grande potenza. In questo nuovo contesto, caratterizzato da cyber-attacks, satelliti spia e armi ad energia diretta, la dimensione spaziale non potrà che essere il nuovo campo di battaglia. Lo ha detto chiaramente Shanahan intervenendo al 35esimo Space Symposium in corso a Colorado Spring. Ci troviamo in un’era in cui “la competizione tra grandi potenze, e i futuri conflitti potrebbero essere vinti o persi nello spazio. A causa delle loro azioni (di Russia e Cina, ndr), lo spazio non è più un santuario, ma un campo di battaglia”. L’intervento del capo del Pentagono segue dunque la scia di quanto era stato sostenuto dal presidente Trump, ovvero che la creazione della Space Force sia la sola possibilità per mantenere la supremazia sulla terra. Considerato il chiaro trend che vede una progressiva diminuzione dei costi dei lanci spaziali, appare evidente come il dominio di questa nuova frontiera comporterebbe considerevoli vantaggi non solo in termini economici, ma anche strategici e militari. Considerato che la quasi totalità delle più moderne tecnologie sfrutta in una qualche misura lo spazio, gli Stati Uniti hanno deciso di sviluppare la loro postura extra-atmosferica.

POTERI E OBIETTIVI DELL’SDA

Oltre alla Space force ancora in via definizione e allo Space command già definito come undicesimo comando combatant, il piano ideato dal Pentagono prevede la creazione della Space development agency (Sda) per assolvere ad una serie di funzioni. Durante il suo intervento allo Space Symposium, Shanahan ne ha svelato nuovi dettagli. Prima di tutto, la Sda avrà il compito di consolidare e costituire un sistema di command and control unificato visto che, stando alle parole del segretario della Difesa, attualmente i militari americani “fanno affidamento a un patchwork di programmi satellitari della Marina NUOS, dell’Esercito WGS e dell’Aeronautica AHF”. Secondo, grazie a un team di ingegneri, fornirà supporto per i sistemi missilistici, armi nucleari, infrastrutture di terra, comunicazioni marine, al fine di garantire l’affidabilità nucleare americana. Terzo, servirà come base per future attività commerciali nello spazio, in quanto si prospetta che le entrate generate dall’industria spaziale potrebbero aumentare fino a superare gli 1,1 trilioni di dollari entro il 2040. Quarto, infine, la Sda costituirà un vero e proprio centro per la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie che potrebbero essere impiegate per scopi civili e militari, andando dalla progettazione di nuovi software capaci di analizzare immense quantità di dati, fino alla creazione di nuovi sensori capaci di tracciare minacce ipersoniche.

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