Sotto il comando di Parmitano, la prima passeggiata spaziale tutta al femminile

Di Michela Della Maggesa

Sotto il comando dell’astronauta italiano dell’Agenzia Esa, Luca Parmitano, e dell’ingegnere di volo Andrew Morgan, si sta svolgendo la prima attività extraveicolare tutta al femminile. Ad effettuarla le astronaute della Nasa, Christina Koch e Jessica Meir, alla sua prima esperienza fuori dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Le due hanno il compito di sostituire un elemento delle batterie, mentre il comandante controlla il braccio robotico Canadarm2. Si tratta della passeggiata spaziale numero 221 effettuata in supporto dell’assemblaggio e manutenzione della ISS e  dell’ottava dall’inizio di quest’anno.

Saranno in tutto 10 le attività extraveicolari che serviranno a sostituire le batterie dei pannelli solari della ISS e a modificare il cacciatore di antimateria Ams-02. “In passato le donne non sempre sono state al tavolo. È meraviglioso contribuire al programma spaziale in un momento in cui tutti i contributi vengono accettati, quando tutti hanno un ruolo. Penso che sia una storia importante da raccontare”. Aveva detto in un’intervista Christina Koch, oggi alla sua quarta attività esterna.

Donne hanno condotto attività di questo tipo dal 1984, quando la russa Svetlana Savitskaya aveva effettuato un’attività extravaicolare, seguita dall’americana  Kathryn Sullivan. A marzo scorso la prima passeggiata spaziale per sole donne era stata annullata perché non c’era una tuta disponibile delle dimensioni corrette per le due astronaute. Esu questo fronte, la Nasa ha appena presentato due nuove tute spaziali destinate al programma di esplorazione spaziale verso Luna e Marte Artemis. I due modelli, ancora in fase prototipale, xEMU e OCSS, saranno disponibili a partire dal 2024.

La prima delle due tute, Exploration Extravehicular Mobility Unit, servirà alle prossime attività in esterno, mentre la seconda, OCSS (Orion Crew Survival System suit) sarà indossata dall’equipaggio della capsula Orion, destinata a portare gli uomini nello spazio. Questa tuta servirà a proteggere gli astronauti durante le fasi di lancio e di rientro a Terra. Le tute post era Apollo infatti presentano maggiore flessibilità rispetto alle precedenti, con miglioramenti sia per quanto riguarda gli arti superiori sia per quelli inferiori. Nei modelli mostrati non ci sono né tubi né connettori esterni, mentre i filtri per l’anidride carbonica sono stivati nello zaino.