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Federlazio e Aero Sekur, in collaborazione con DLR (Agenzia spaziale tedesca), con l’università di Tucson in Arizona e con il contributo della Regione Lazio e della Camera di Commercio di Latina, hanno organizzato il VI workshop internazionale agrospazio, in programma oggi e domani a Sperlonga. L’appuntamento ha l’obiettivo di unire due settori, quello agroalimentare e quello spaziale, accomunati da sinergie tecnologiche e di mercato. Titolo dell’edizione 2014: “Analogue Applications – the first step towards space”. Seguendo il filo tracciato dai precedenti convegni, il confronto partirà dalla convinzione che la sperimentazione di nuove tecniche di coltivazione in ambienti estremi rappresenti il primo passo verso lo spazio. E che, viceversa, l’applicazione in ambienti spaziali possa migliorare le tecniche di coltivazione sulla Terra.
Durante il Workshop saranno analizzate le più recenti innovazioni scientifiche e tecnologiche nel settore delle colture protette e presentato lo stato dell’arte della ricerca sui sistemi per la coltivazione di piante in ambienti estremi, spaziali e urbani, con particolare attenzione ai fattori economici ed ai vantaggi comparati rispetto ai sistemi convenzionali di produzione di cibo.
“Parlare di agrospazio è quasi obbligatorio – spiega Silvio Rossignoli, presidente Aero Sekur e presidente Federlazio Aerospazio e Difesa -, se pensiamo alle future esigenze degli astronauti quando dovranno affrontare lunghi viaggi interplanetari e permanenze prolungate, per esempio su Marte o sulla Luna. Legare saldamente lo spazio all’agricoltura è però anche un modo per evocare un sistema agricolo che avanza tecnologicamente e affronta il problema del proprio impatto ambientale molto più seriamente di quando accaduto finora. La strada che vogliamo tracciare è ancora lunga – prosegue -, perché al fondo ci sono due sogni: la conquista umana dello spazio e un’agricoltura rispettosa della vita”.
Tra le novità di questa edizione, il lancio dell’ “Agrospace White Paper”, un documento che descrive i benefici e le prospettive del settore, con l’obiettivo di rafforzarne la presenza nelle politiche di sviluppo nazionali e internazionali e di aggregare intorno ai suoi principi fondanti istituzioni, associazioni, imprese e cittadini. I firmatari si impegneranno a proseguire e sostenere la ricerca legata alla coltivazione nello spazio; quella legata all’applicazione di tecnologie spaziali all’agricoltura; implementare la cross fidelization tra l’agrospazio e le tecnologie in ambiente confinato tradizionale; ampliare la rete di Pmi italiane ed europee coinvolte nel progetto; individuare nuove forme di finanziamento delle progettualità legate all’agrospazio, partendo dai fondi messi a disposizione delle programmazioni nazionali e transnazionali; sostenere l’appuntamento biennale del workshop; promuovere l’informazione del lavoro svolto ed ampliare infine il coinvolgimento dell’opinione pubblica intorno a questi temi, a partire da Expo 2015.
“Nello spazio – aggiunge Rossignoli – un giorno dovremo vivere e i primi astronauti che si stabiliranno in basi nei pianeti a noi vicini dovranno probabilmente ripercorrere la via dello sviluppo umano come noi la conosciamo, prima raccoglitori, poi agricoltori, poi allevatori. Dovranno imparare a vivere come i nostri predecessori, con il vantaggio di un po’ più di tecnologia, ma in un ambiente molto più ostile”. “Sulla terra invece – conclude – sarà impossibile vivere se le tecniche agricole non diventeranno più rispettose del cibo e dell’ambiente, imparando a risparmiare acqua, antiparassitari e fertilizzanti che rendono i nostri terreni e i nostri fiumi sempre più imbarazzanti”.