Spazio difesa e sicurezza driver per la crescita dell’industria europea

Di Michela Della Maggesa

“E’ importante inquadrare questa giornata in una strategia che l’Europa non può non avere per dare risposte concrete ai propri cittadini su temi cruciali. Ma (in tema di spazio, difesa e sicurezza, ndr) non si può pensare di averla senza una strategia per la crescita e il lavoro, senza imprese non c’è ne lavoro ne crescita”. Così il presidente della Commissione Affari costituzionali e della Conferenza dei presidenti delle Commissioni del Parlamento europeo, Antonio Tajani nel suo intervento a “Stati Generali,  Spazio, Difesa, Sicurezza, le prossime sfide per l’industria europea” che si è svolto a Napoli, alla presenza dei massimi rappresentanti di settore.

“Risposte a temi urgenti come il cambiamento climatico e la crescita possono arrivare solo dall’industria, non solo da quella grande, ma anche dalle piccole e medie imprese europee ed italiane che rappresentano il fiore all’occhiello del saper fare. Spazio e difesa costituiscono un settore manifatturiero che in Europa deve essere caratterizzato dalla qualità ed è per questo che la proposta di bilancio così come proposta dalla Finlandia sia inaccettabile (che colpirebbe anche la ricerca e il settore della difesa, ndr ): rifiutiamo tagli, perché l’Europa e di conseguenza l’Italia crescono solo investendo in innovazione e sviluppo”.

“Lo spazio è il futuro e come Europa non possiamo non essere protagonisti anche in questo settore, tenendo fermo il nostro interlocutore transatlantico. Sistemi satellitari come Galileo, che fa concorrenza al segnale GPS, e Copernicus dimostrano che l’Europa è in grado di gestire sistemi complessi e competitivi. Dobbiamo fare di più. Sono tanti i settori che traggono benefici diretti dai servizi che arrivano dallo spazio: dall’agricoltura, ai trasporti, fino alla salute”. “Inoltre – conclude Tajani –  credo nella diplomazia economica. I nostri sistemi, dallo spazio alla sicurezza, sono uno strumento per rafforzare il dialogo con gli altri Paesi, dall’Africa al Sudamerica. Un clima di collaborazione proficua è un modo per contare di più e per portare in giro con il nostro saper fare valori positivi. Pertanto è essenziale difendere un bilancio comunitario che sia più ambizioso, strategico e vada incontro a questi obiettivi”.

Il Parlamento europeo ha da poco approvato il nuovo programma spaziale, proponendo una dotazione di 16 miliardi di euro nel prossimo bilancio 2021/2027. Le politiche per lo spazio potranno anche beneficiare dei fondi per l’innovazione e la ricerca previsti nel programma Orizzonte Europa, per il quale la Commissione europea ha proposto una dotazione di 100 miliardi di euro per il periodo 2021/2027, che il Parlamento europeo vuole portare a 120 miliardi di euro.

“I programmi spaziali ci permettono di sviluppare capacità europee”. Dichiara a Napoli, Johann-Dietrich Worner, direttore generale dell’Agenzia spaziale europea (Esa).  “Nella nostra Agenzia lavoriamo assieme, definendo gli obiettivi. Con i nostri programmi strategici copriamo molti aspetti che si inseriscono perfettamente nell’economia europea e abbiamo davanti tante sfide, che l’industria deve essere pronta a recepire, dal cambiamento climatico ai disastri ambientali. Ma anche lanciatori e accesso autonomo allo spazio, esplorazione, navette riutilizzabili, navigazione, comunicazioni, tutti settori dove l’Italia è parte integrante. E’ importante lavorare assieme, spazio e difesa, per essere sempre più responsabili e competitivi”. Worner ha parlato anche dell’ultima Ministeriale Esa definendo un successo il contributo italiano a Siviglia nella promozione delle attività spaziali.

“A Siviglia siamo stati bravi”. Dichiara Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Non solo per il risultato quantitativo, 2,3 miliardi di euro, un miliardo in più sulla precedente Ministeriale, ma anche perché abbiamo investito in aree che genereranno un grande ritorno in termini economici e di posizionamento del Paese verso altri interlocutori. I programmi a guida italiana sono stati sottoscritti ben oltre la richiesta, hanno attirato nazioni medio piccole e questo significa che altri Paesi vedono l’Italia come uno strumento di crescita. Un risultato straordinario. Inoltre, in sede di Ministeriale, molta attenzione è stata data anche a settori trasversali, come le tecnologie per lo spazio, utili a far crescere grande industria e Pmi. In Italia l’80% delle industrie di settore è rappresentato da piccole e medie imprese e tramite Esa abbiamo voluto dare loro strumenti e lo faremo anche a livello nazionale, possibilmente attraverso la realizzazione di piccole missioni tagliate per la piccola industria. Lo spazio è vicino anche a chi investe poche risorse. Start up che decidono di avventurarsi in questo settore hanno la possibilità di arrivare a produrre da subito. L’Asi ci crede e lo fa assieme al governo”. “Investire nello spazio – ha detto il presidente Asi – significa investire sul futuro. Lo spazio non è qualcosa di lontano, ha riflessi sulla vita quotidiana e non solo in situazioni di urgenza. Siamo pertanto preoccupati che, in base alle decisioni della Commissione Ue, possano venire a mancare delle risorse”.

Spazio difesa e sicurezza sono oggi considerati un tutt’uno, come ha spiegato a Napoli il generale Roberto Comelli, direttore della DIPMA dell’Aeronautica Militare. “La tecnologia spaziale, i dati e i servizi sono oramai indispensabili. Non solo il mondo commerciale, ma anche quello della difesa è condizionato dagli sviluppi delle attività spaziali. Lo spazio è divenuto abilitante per il funzionamento dei sistemi d’arma più avanzati, a supporto delle nostre operazioni e non solo quelle di difesa aerea, ma anche l’ingaggio di precisione, che ha nei servizi spaziali un pilastro anche per  minimizzare i danni collaterali. A questo si aggiunge mobilità aerea e logistica. Questa stretta dipendenza dalle applicazioni spaziali ha portato a una riflessione sulla necessità di razionalizzare il comparto della difesa da minacce occasionali che si palesano in ambiente spaziale, come oggetti orbitanti, test balistici di alcuni Paesi, fattori questi destinati ad aumentare, e i debris. La riflessione in atto arriva dall’esperienza operativa della difesa, in particolare da quella dell’Aeronautica militare, ambiente naturale in cui proiettare lo spazio. Per questo motivo è stato creato l’ufficio generale per lo spazio in ambito Stato Maggiore Difesa, con la finalità di riorganizzazione la componente operativa spaziale, che possa poi sfociare nella nascita di un comando spaziale come fatto dagli Stati Uniti e dalla Francia”.

In ambito difesa lo spazio potrà essere sfruttato per rispondere alle mutate esigenze operative e in alcuni particolari segmenti, come accesso allo spazio, aviolancio, volo suborbitale, piattaforme stratosferiche servirà anche ad espandere le competenze di cui l’Italia dispone. “Sono in atto molte iniziative volte ad aggregare la comunità operativa, industriale e scientifica – spiega in proposito Comelli – e, a livello europeo, ci sono diversi progetti in corso, come quelli relativi ai sistemi persistenti di alta quota. Inoltre si sta lavorando ad un network militare per la situational awareness di oggetti orbitanti e il monitoraggio dell’attività solare (space weather), che affligge i sistemi di comunicazione nello spazio e sulla terra”.

“In Europa abbiamo un nuovo Parlamento, una nuova Commissione, nelle prossime tre settimane avremo una nuova Direzione generale e in un anno un budget per i prossimi sette anni, oltre ad un nuovo regolamento per lo spazio”. Ha detto Matthias Petschke della Commissione europea e direttore del programma europeo di navigazione satellitare. “Quello che ci serve in ambito spaziale è autonomia e continuità dei servizi di Galileo, Copernicus ed Egnos. “Ci sarà un solo programma e tre Direzioni, una per l’industria difesa che gestirà i programmi, una direzione per lo spazio e una che si occuperà di sviluppo e innovazione. Altro fattore di sinergia, questa nuova direzione, assieme a quella del mercato unico digitale e dell’industria, sarà sotto un unico commissario”. Riguardo al budget, Petschke si è dichiarato contrario alla proposta finlandese. “C’è un taglio del 50%, con cui non facciamo niente e inoltre i tagli rappresentano un rischio per la continuità dei programmi attuali, che devono essere mantenuti”. “Galileo ad esempio – ha concluso Matthias Petschke – ha un miliardo e centomila clienti, quindi va garantita la disponibilità del servizio. Esiste una forte competizione, che ci deve far investire nell’evoluzione dei nostri sistemi, evoluzione che non ci sarà se saranno attuati i tagli”.

 

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