Lo spazio a palazzo Chigi. Ecco chi se ne occuperà

Di Stefano Pioppi

Sarà l’ufficio del consigliere militare di palazzo Chigi a ereditare l’esperienza della Cabina di Regia per lo Spazio, l’organo che negli ultimi anni ha riunito gli attori coinvolti nel settore, sopperendo a una lacuna normativa che in tanti chiedevano di colmare. Uno spazio riempito proprio allo scadere della XVII legislatura, quando la commissione Attività produttive di Montecitorio ha approvato il disegno di legge “Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia spaziale italiana”, mettendo fine a un iter lungo più di tre anni.

Ora, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha individuato nell’ufficio del proprio consigliere militare, guidato dall’ammiraglio Carlo Massagli (che ha preso il posto del generale Carmine Masiello, divenuto vicedirettore del Dis), l’ufficio che, secondo quanto prevede la legge entrata in vigore lo scorso 25 febbraio, sarà responsabile del supporto, del coordinamento e segreteria del nuovo Comitato interministeriale, la grande novità della riforma. La legge (n. 7 del 2018) attribuisce infatti al presidente del Consiglio i compiti di indirizzo governativo e di coordinamento, risolvendo la preesistente frammentazione tra diversi dicasteri.

Tali funzioni vengono assegnate a un sottosegretario con delega alle politiche spaziali e aerospaziali, mentre a supportare il capo dell’esecutivo viene introdotto un Comitato interministeriale che rappresenta l’istituzionalizzazione della “Cabina di Regia” nata grazie all’azione del generale Paolo Puri, già consigliere militare di Palazzo Chigi e ora autorità nazionale responsabile per il Prs del programma Galileo, e istituita dall’allora consigliere militare Carlo Magrassi, oggi segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti. A sostegno del Comitato (che riunisce i vertici dei dicasteri che intervengono sulla materia e che si riunirà prevedibilmente due volte all’anno), la legge prevede un ufficio della presidenza del Consiglio, che rappresenta il vero elemento di continuità politica sulla materia. Con il recente decreto, il premier ha individuato nell’ufficio del consigliere militare questo organo.

In realtà, l’articolo 2 della legge prevedeva che il capo dell’esecutivo individuasse tanto il sottosegretario, quanto l’ufficio, entro quindici giorni dall’entrata in vigore della legge, dunque entro l’11 marzo. La prossimità alla tornata elettorale ha tuttavia ritardato il processo; e, se inizialmente si pensava che la delega potesse andare a uno dei sottosegretari già in carica (Maria Elena Boschi, Sandro Gozi e Paola De Micheli) è ora molto probabile che bisognerà attendere il nuovo governo. Intanto però, la continuità è assicurata, con l’ufficio del consigliere militare già a lavoro per riprendere la via virtuosa segnata dalla Cabina di Regia.

Nel frattempo, si attende il prossimo esecutivo affinché la legge possa esprimersi al meglio. La riforma è stata a lungo invocata dagli addetti ai lavori e la sua piena attuazione sembra necessaria per consentire all’Italia di restare tra le grandi potenze spaziali. “Con la legge ci poniamo al pari delle nazioni con le quali ci confrontiamo nel contesto internazionale, dotandoci di uno strumento legislativo che finalmente ci permette di parlare di politica nazionale spaziale”, ci aveva spiegato il generale Puri. Con questa nuova governance, aveva rimarcato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Roberto Battiston, l’Italia si è dotata di “una configurazione, richiesta e necessaria da tempo, del rapporto tra potere politico centrale di governo, l’Agenzia spaziale in quanto architetto di sistema, l’insieme dei ministeri coinvolti, la filiera dell’industria, della ricerca e degli utilizzatori”.

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