Stoltenberg a Varsavia per preparare il Summit Nato

Di Stefano Pioppi

Si è conclusa la visita di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, in Polonia. Il massimo vertice politico dell’Alleanza ha incontrato il presidente polacco Andrzej Duda, il primo ministro Beata Szydło, il ministro della difesa Antoni Macierewicz, e il ministro degli esteri Witold Waszczykowski. Infine, Stoltenberg ha tenuto un lungo discorso all’Università di Varsavia, spiegando i punti prinicpali dell’agenda del prossimo Summit che si terrà proprio nella capitale polacca l’8 e 9 luglio. Il viaggio di Stoltenberg si inserisce nella serie di visite nelle capitali dei Paesi membri in preparazione dello stesso Summit.

Il vertice di Varsavia appare ormai un occasione irrinunciabile per l’Alleanza per poter ridefinire le proprie strategie e priorità in un contesto internazionale profondamente mutato negli ultimi anni, anche rispetto all’ultimo Summit in Galles (2014). Lo stesso Stoltenberg ha riconosciuto che “stiamo vivendo un momento in cui la nostra sicurezza e i nostri valori affrontano sfide significative, provenienti da est e da sud”. Nella sua visita a Varsavia, Stoltenberg ha chiarito soprattutto come l’Alleanza intenda potenziare la difesa del proprio fianco orientale. Ormai è certo che verrà approvato il piano per l’invio di battaglioni nei Paesi membri al confine con la Russia. “Stiamo discutendo sull’esatto numero e sull’esatte località. Prenderemo queste decisioni al Summit”, ha assicurato il segretario generale. Stoltenberg ha comunque sottolineato che tali mosse hanno una ragione puramente difensiva, proporzionata e in linea rispetto agli impegni dell’Alleanza. “La Nato non cerca uno scontro con la Russia”, ha detto Stoltenberg. “Gli Alleati restano impegnati a cercare un dialogo con la Russia e alla trasparenza dei propri affari militari”.

Spazio (poco) anche agli altri temi: stabilità nella regione MENA (Middle East – North Africa), cooperazione con l’Unione Europea, e potenziamento delle risorse impiegate dai singoli membri nella difesa. In questo senso, Stoltenberg ha riconosciuto l’impegno della Polonia al raggiungimento del livello del 2% del Pil, obiettivo a cui ancora troppi Paesi sembrano lontani. “In ogni capitale Alleata che ho visitato, uso la Polonia come esempio di ciò che sia possibile”, ha detto.

Certamente, per i più critici nei confronti della maggiore propensione orientale dell’Alleanza e della conseguente sottovalutazione del fianco sud, le parole di Stoltenberg sono una conferma del fatto che la Nato consideri ancora prioritario il confronto con la Russia. Poca attenzione per la minaccia che viene da sud, per la cyberwar, per le guerre ibride, insomma per tutte quelle sfide che esulano dal tradizionale e convenzionale rapporto con l’orso russo. Le parole di Stoltenberg sono però una conferma della miopia atlantica soprattutto per i sostenitori dell’esigenza di dialogare con Mosca, e non di percepirla quale inevitabile minaccia alla sicurezza del blocco Nato. Resta così apertissimo quanto complesso il dibattito interno all’Alleanza che, a Varsavia, si troverà a dover scegliere la propria proiezione strategica, ma anche come tradurla in effettive capacità operative.

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