Trump verso la privatizzazione del controllo aereo

Di Andrea Jorma Buonfrate

“Lanceremo questa rivoluzione nel traffico aereo attraverso la modernizzazione dei sistemi di controllo aereo, ormai datati. E’ arrivato il tempo”. Così il presidente americano Donald Trump ha spiegato la volontà di riformare il controllo del traffico aereo statunitense durante il discorso presso la East Room della Casa Bianca di ieri.

Il presidente degli Stati Uniti ha spiegato il suo piano di riforma del controllo aereo, nell’ottica di una spinta nei confronti del Congresso verso l’approvazione di un piano che porterebbe alla privatizzazione del settore a favore del potenziamento della sicurezza aerea e della riduzione dei tempi d’attesa per i passeggeri. Trump ha considerato infatti gli strumenti di controllo del traffico aereo “quali basati su tecnologia di mezzo secolo fa, ormai datata con radar e sistemi-radio terrestri che non vengono più prodotti o riparati, e allo stesso tempo enormi quantità di carta per stabilire le rotte aeree” e vede nella crescita del traffico aereo un problema che porterà all’inefficienza del settore. Un buco nel bilancio americano ereditato dall’amministrazione precedente, che pesa circa 7 miliardi di dollari.

“Stiamo proponendo di condurre il settore aeronautico americano nel futuro”, ha detto Trump come si apprende dalla Casa Bianca, aggiungendo che “il nuovo piano di controllo aereo doterà l’America di un sistema di controllo che sarà organizzato su di una base no-profit e sarà autofinanziato, senza che i cittadini debbano pagare tasse per il suo mantenimento”. Il piano prevede una separazione tra l’autorità nazionale (che si occuperà esclusivamente di sicurezza) e l’organizzazione indipendente, che si occuperà del controllo delle rotte, dell’efficienza in termini di tempo e riduzione dei ritardi. “Inoltre – aggiunge Trump – doteremo i nostri controllori di volo delle migliori tecnologie, basate su studi che abbiamo fatto di comparazione con altri paesi del mondo”.

Il nuovo board sarà composto da 13 membri, dentro al quale saranno presenti i rappresentanti delle compagnie aeree e delle industrie aeronautiche,  dei sindacati, dell’aviazione in senso generale, degli aeroporti e tutti i maggiori azionisti del settore aeronautico. “Un sistema di controllo aereo più efficiente renderà la vita più facile per gli americani che volano, viaggiano o si imbarcano. Si ridurranno i costi e aumenterà la convenienza per ogni consumatore americano, cosa che porterà ad un aumento grandioso dell’economia del paese, soprattutto per i lavori (considerati 1 su 14) che sono supportato dal comparto aeronautico”, ha concluso il presidente Trump prima di firmare ufficialmente l’iniziativa accompagnata da una lettera dettagliata attraverso per esporre al Congresso il piano per la privatizzazione.

Al’iniziativa di Trump hanno partecipato anche diversi membri repubblicani del Congresso, quali il senatore del Texas Ted Cruz ed il leader della maggioranza nella House della California Kevin McCarthy, insieme ad illustri rappresentanti dell’industria aeronautica, membri dei sindacati ed altri presenti all’evento nella East Room della Casa Bianca. Nonostante un buon supporto da parte della sua amministrazione, l’iniziativa del presidente statunitense dovrà scontrarsi con posizioni meno favorevoli, provenienti da entrambi gli schieramenti. Il senatore Jerry Moran, del Partito Repubblicano del Kentucky, ha espresso le sue perplessità sull’efficacia del piano: “gli aeroporti, tranne quelli di grande dimensione, saranno particolarmente colpiti da questa proposta”, ha affermato nel post conferenza.

Dal lato del Partito Democratico, le critiche sono state improntate secondo due maggiori direttive: in primo luogo riguardo il ruolo che la nuova autorità potrebbe avere nei confronti del board, il quale gestirebbe circa 300 aeroporti con un personale collettivo di 300,000 impiegati, come ha affermato la senatrice Nancy Pelosi, leader della House democratica della California. In secondo luogo, le critiche hanno interessato la modernizzazione delle strutture con tecnologie all’avanguardia. Infatti, , come si apprende dal Washington Postsecondo i democratici, le nuove strutture non sarebbero di facile utilizzo da parte degli impiegati, i quali non sarebbero ancora pronti al passaggio verso strumentazioni più complesseInfine, critiche sono arrivate anche dal settore dei trasporti aerei. Gli imprenditori degli aerei di linea, i piloti privati e gli aeroporti senza la qualifica di hub, hanno espresso la loro preoccupazione riguardo il cambio di gestione degli enti aeronautici. Con il piano, infatti, la loro retribuzione potrebbe risultare inferiore al costo di gestione delle strutture nel caso di privatizzazione del settore. Nicolas Calio, presidente di Airlines for America, ha espresso la sua soddisfazione riguardo il progetto del presidente: “La leadership espressa dal presidente significa che possiamo guardare al futuro, quando la legislazione eliminerà l’ingerenza del governo e ci permetterà di modernizzare e mantenere la nostra leadership a livello globale”.

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