Trump twitta ancora: sostituire F-35 con il Boeing Super Hornet

Di Stefano Pioppi

L’incontro con il numero uno di Lockheed Martin Marillyn Hewson, che avrebbe dovuto ricucire lo strappo prodotto dal cinguettio presidenziale contro il programma F-35, non ha avuto l’effetto sperato. Lo ha reso evidente un altro tweet del neo presidente eletto. Se alcune settimane fa, il tycoon aveva definito “fuori controllo” i costi per l’F-35, ieri ha affermato di aver chiesto a Beoing un preventivo per un programma alternativo. “Sulla base dell’enorme superamento dei costi dell’F-35 di Lockheed Martin, ho chiesto a Boeing il prezzo per un analogo F-18 Super Hornet!”.Trump tweet (2)

Difficile prevedere le ricadute di una simile affermazione. Probabile che Trump voglia semplicemente proseguire quella “danza” di cui aveva parlato riferendosi alla dialettica con i contractor militari (vicenda simile ha colpito proprio Boeing per il programma di sostituzione dell’Air Force One) per l’abbassamento dei costi. Certamente questa volta il presidente eletto ci è andato giù pesante, risvegliando la naturale competizione tra i due principali costruttori del comparto statunitense.

Come ricorda Richard Aboulafia, analista aerospaziale con il Gruppo Teal, su DefenceNews, il Super Hornet di Boeing  “è un piano di quarta generazione che manca di molte delle funzionalità che definiscono un aereo di quinta generazione”, tra cui soprattutto sensoristica e invisibilità (o bassa osservabilità, stealth), proprio quelle caratteristiche che rendono l’F-35 molto più che un cacciabombardiere. L’adattamento del Super Hornet a velivolo di quinta generazione potrebbe ritardare di molto l’acquisizione del potere aereo che gli Stati Uniti intendono raggiungere con il caccia di Lockheed Martin.

Dal costruttore non sono arrivate invece dichiarazioni ufficiali. Il ceo Hewson, al termine dell’incontro con Trump aveva evitato i microfoni dei giornalisti (cosa che non aveva fatto il collega di Boeing Dennis Muilenburg), limitandosi a una nota sul sito in cui definiva la riunione “produttiva”. Probabilmente però, per Trump è stata più produttiva la riunione con Muilenburg, tanto da risvegliare tramite social network la competizione tra i due grandi della difesa Usa.