Turchia: Lockheed rassicura

Di Michela Della Maggesa

Il tentativo di golpe non influenzerà gli affari di Lockheed Martin in Turchia. Lo scrive Flightglobal, citando i top executives della società statunitense di aerospazio e difesa. “In Turchia – ha detto il ceo di Lockheed, Marillyn Hewson – ci sono stati molti passi indietro, lo abbiamo visto, ma il Paese rimane un partner chiave per gli Stati Uniti e gli alleati”. “Non abbiamo al momento indicazioni – ha aggiunto – che quanto successo possa mettere in difficoltà i nostri affari con la Turchia”. Inoltre “è troppo presto per parlare delle implicazioni sul programma F-35”, si aggiunge, sottolineando a più riprese che quella con la Turchia è una partnership di lunga data. Le attività e gli interessi della Lockheed (e non solo) in Turchia sono tanti e di rilievo. Per quanto riguarda il JSF, la Turchia si è interessata al programma fin dalla fase di concept, assieme ad altri 9 partner internazionali, ed ha contribuito allo sviluppo del caccia con 175 milioni di dollari. Turkish Aerospace Industries (TAI) è second source per la produzione della sezione di fusoliera centrale, per conto di Northrop Grumman, mentre nel 2014 il DOD ha annunciato che sarà la Turchia ad ospitare nel 2018 il primo centro di manutenzione “europeo” dell’F135 per la versione CTOL, in supporto a Pratt & Whitney.

La Turchia ha intenzione di dotarsi di 100 F-35A e le consegne dei primi 30 caccia sono pianificate entro il 2022.  Lockheed Martin è anche al lavoro con la società turca Roketsan, per la produzione del missile aria-superficie Som in versione J sa intgrare nella stiva del caccia F-35. Per quanto riguarda l’ala rotante invece, è di poco tempo fa la notizia della firma di un importante contratto con Sikorsky Aircraft (controllata Lockheed) per la costruzione di un primo lotto di 109 elicotteri utility T-70 (versione per il mercato turco dell’S-70 Black Hawk) destinati alle Forze Armate del Paese. In base all’accordo, del valore di 3,5 miliardi di dollari, che arriva dopo lunghi negoziati, Turkish Aerospace Industries (TAI) avrà il ruolo di prime contractor del programma, in cui saranno coinvolte le industrie turche Aselsan, TEI e ALP. “Gli elicotteri costruiti in Turchia su licenza saranno consegnati a sei differenti utilizzatori nel giro dei prossimi 10 anni”. Aveva fatto sapere Ankara. La collaborazione industriale prevista dall’accordo riguarderà sia la produzione, che alcuni sviluppi.

Ma c’è dell’altro. La Turchia, come noto,  è da tempo alla ricerca di una soluzione missilistica domestica, dopo aver sospeso la gara per il programma di difesa nazionale contro missili balistici (T-Loramidis) e nel Paese è in corso un’intensa campagna per il sistema MEADS (Medium Extended Air Defence System), programma a cui partecipa con Lockheed anche l’Italia, attraverso MBDA. Il nostro Paese è poi impegnato attivamente con le batterie antimissile SAMP/T, basate sul missile Aster, dell’Esercito italiano, attualmente dispiegate in Turchia, nell’ambito dell’iniziativa Nato di supporto al Paese per la protezione contro le minacce di missili balistici provenienti dalla Siria. Anche la Turchia potrebbe decidere di unirsi al programma, che vede come partner industriali MBDA e Thales, nell’ambito del consorzio Eurosam, che ha la responsabilità del programma. Intanto, nei giorni scorsi la Turchia ha accettato il primo elicottero pesante CH-47F, della Boeing, che è stato completato nel Paese. Ankara ha ordini per 11 macchine con il governo Usa e opzioni per altri tre elicotteri, nell’ambito di un contratto per circa 3,4 miliardi di dollari, sottoscritto nel 2013.