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La protezione del cyber space è condizione necessaria per la prosperità economica del paese. In un mondo che corre sempre più veloce le sfide aumentano e le nuove minacce richiedono una controffensiva organizzata e coerente. È quanto emerso dal convegno Italian 2015 Cyber Security Report tenutosi lo scorso giovedì presso la Sapienza Università di Roma. In quest’occasione è stato presentato dal professore Roberto Baldoni, direttore del centro di ricerca per la cyber intelligence e information security, il Framework nazionale per la cyber security.
Lo sforzo profuso dal Cis-Sapienza e dal Laboratorio nazionale di cyber security, in collaborazione con diverse organizzazioni pubbliche e private, ha prodotto “uno strumento ad adozione volontaria di auto-analisi” – ha affermato Baldoni. Il framework, sottoposto nel suo sviluppo anche alla consultazione pubblica, si rivolge a tutti gli attori del sistema paese che operano nel cyber spazio, invitando a una maggiore cooperazione e sinergia tra pubblico e privato, militare e civile. L’Accademia ha così offerto un nuovo contributo all’architettura cibernetica nazionale, offrendo uno strumento di analisi e valutazione su cui costruire un quadro comune di difesa. Secondo Baldoni, il framework non offre tecnologie, ma metodologia e consapevolezza.
Alla conferenza ha preso parte anche il sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri Marco Minniti. Egli ha ricordato gli sforzi fatti finora e il nuovo impegno assunto del governo con 150 milioni di euro previsti dalla legge di bilancio per la cyber security. “Adesso – ha affermato Minniti – l’obiettivo del sistema paese, e non solo del governo, è utilizzare nel migliore dei modi queste risorse”, poiché “il quadro della minaccia si è incredibilmente arricchito rispetto al passato”. L’hacktivism, il cyber spionaggio e il ricorso costante al web da parte del terrorismo internazionale per il reclutamento e la campagna mediatica, richiedono un pronta risposta da parte di tutto il paese. Una simile reazione chiama “tutti quanti i soggetti che si muovono nella rete, a una maggiore responsabilità” – ha affermato il sottosegretario, evidenziando che “tutta questa operazione si può fare meglio e in maniera più convincente se non si parte dall’idea che bisogna limitare la privacy”.
Riferendosi al Framework nazionale per la cyber security, Minniti lo ha definito adottato, in quanto “progetto valido, condiviso e convincente”, che si pone l’obiettivo strategico di risolvere l’apparente contraddizione “di un mondo sempre più veloce e per questo sempre più fragile”.