Il ministero dell’Ambiente ha chiesto recentemente a Toscana aeroporti, la società che gestisce gli scali di Firenze e Pisa, di fornire entro 45 giorni alcune chiarificazioni sul progetto di rinnovo dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze. Al ministero sono infatti pervenute molte osservazioni in merito; in particolare, il Nucleo di valutazione ambientale della Regione Toscana ha chiesto numerose integrazioni al progetto stesso, formulando proposte di modifica precise.
L’idea di Toscana aeroporti, guidata dal fiorentino Marco Carrai, molto vicino a Matteo Renzi, è quella di dare un volto nuovo allo scalo fiorentino: realizzare un’infrastruttura grande, a soli 6 chilometri dal centro storico, attraverso un investimento da 300 milioni di euro, metà dei quali sono fondi pubblici. E’ in progetto una nuova pista da 2.400 metri, in parallelo all’autostrada A11, che sostituisca l’attuale pista perpendicolare, 1.750 metri di lunghezza, incastrata tra l’autostrada e Monte Morello. Il tutto dovrebbe essere tutto pronto nel 2017, per il G7 in programma a Firenze.
Il terminal triplicherà la sua superficie, raddoppierà il numero dei gates, nonché i posti auto nei parcheggi, le scale mobili, i nastri bagagli, mentre i negozi dell’area commerciale aumenteranno fino a quattro volte. Il flusso di passeggeri, nel lungo periodo, dovrebbe raddoppiare (dai 2,2 milioni attuali ai 4,5 nel 2029). L’incremento di posti di lavoro dovrebbe essere di 2.200 diretti più 8.400 tra indiretti e indotti; la sola fase di cantiere ne creerà almeno 350. Questi sono i numeri ottimistici che snocciola Toscana aeroporti.
Ma il progetto divide la città. Pareri favorevoli alla trasformazione vengono dalle categorie turistiche, commerciali e industriali. Aspre critiche giungono invece da ambientalisti, residenti, associazioni locali, Università di Firenze e Comuni limitrofi.
Molti critici puntano il dito contro l’eccessiva vicinanza dell’aeroporto al centro storico. Toscana aeroporti risponde che i monumenti non corrono alcun pericolo dato che “la pista è monodirezionale (in direzione uscita città) e non ci saranno aerei che sorvoleranno Firenze, se non in caso di riattacco”, ovvero in quei casi eccezionali in cui l’aereo è già in fase avanzata di atterraggio ma si verifica una condizione che obbliga il pilota a riprendere quota.
L’ultima parola spetterà comunque al ministero dell’Ambiente, chiamato a dare il proprio parere attraverso la valutazione di impatto ambientale.