Un seminario per la difesa comune europea

Di Stefano Pioppi

Come rilanciare l’integrazione europea in materia di difesa e sicurezza: questo è stato il tema al centro del dibattito organizzato dall’Istituto Affari Internazionali (Iai) e dal Centro di eccellenza Altiero Spinelli (CeAS) dell’Università di Roma Tre. Si è tenuta oggi, infatti, la prima di due giornate che i due centri di ricerca hanno deciso di dedicare alla difesa comune dell’Unione Europea. L’evento, dal titolo “Towards a European Defence? Origins and Challenges of the European Project on Common Defence”, si inserisce nel framework offerto dal ciclo di seminari organizzato e sponsorizzato da Cittadinanza Europea, Civitas Europa e dalla Revista de derecho constitucional europeo e dedicato proprio alle sfide per la sicurezza e la difesa dell’Unione.
Introdotti da Luigi Moccia, presidente del CeAS, e da Vincenzo Camporini, vice presidente dello Iai, sono intervenuti alcuni esperti in materia di integrazione europea, provenienti dal mondo accademico e politico: il professor Mario Telò della Luiss, il professor José Antonio Montilla dell’Università di Granada, Touhami Abdouli, ex vice ministro tunisino per gli affari arabi e africani, Andrea Frontini dell’European Policy Centre di Bruxelles e Mariagiulia Amadio Vicerè della Luiss.
Gli interventi, e la discussione che ne è derivata, hanno avuto tutti origine dal tentativo di comprendere come rilanciare l’integrazione della difesa dei Paesi membri in un momento in cui l’Ue si trova ad affrontare sfide rilevantissimi. I flussi migratori e la minaccia terroristica rischiano di demolire il sistema della libera circolazione, mentre la crisi economica e la gestione di essa da parte dei vertici europei hanno diffuso un certo senso di disaffezione nei confronti del processo di integrazione. A ciò si aggiunge l’eventualità del Brexit, che rappresenterebbe forse il colpo più duro alla credibilità e ai principi stessi dell’Ue.
Questi trend mettono a dura prova la coesione interna all’Unione, rischiando di alimentare dubbi circa gli stessi valori fondativi da cui tutto ha avuto inizio. Per rispondere a queste sfide l’Ue cerca di rilanciare la difesa comune, la gestione condivisa dei propri confini e la migliore definizione delle proprie capacità di difesa e di intervento. Ciò determina una serie di questioni legali, storiche, istituzionali, politiche ed economiche che non possono non essere tenute in considerazione. Il seminario, ospitato dal Rettorato dell’Università di Roma Tre e firmato Iai-CeAS cerca di contribuire proprio a questo dibattito.
Luigi Moccia ha evidenziato come l’Ue stia vivendo “probabilmente il momento peggiore della storia dell’integrazione”. Le elezioni presidenziali austriache e il prossimo referendum sul Brexit lanciano sfide importanti. Nell’affrontare queste sfide, “la cittadinanza rappresenta l’essenza del progetto di Europa federale”, ha detto il presidente del CeAS, poiché lega la difesa e la sicurezza interna nell’unica esigenza di difendere i cittadini europei.
Gli hanno fatto eco le parole di Camporini, secondo cui per una difesa comune “l’accordo politico è requisito necessario”. Per il generale, le Forze Armate rappresentanto uno strumento di politica estera, ma “se non si ha una politica estera comune non si può avere uno strumento comune”. Ciò che manca sarebbe proprio la volontà politica dei governi nazionali ad approfondire tale coesione. Il rischio è la “totale irrilevanza e inefficacia”, ha sottolineato il vice presidente dello Iai.
Il professor Telò ha presentato quello che dovrebbe essere l’approccio “teorico ma realistico” all’integrazione del settore difesa, in un contesto internazionale post-egemonico e particolarmente complesso. “Leadership politica e coordinazione strutturata tra politiche, Stati e istituzioni” sono tra le priorità per l’Ue al fine di rispondere efficacemente alle cinque sfide simultanee che sta vivendo: “crisi socio economica, deficit democratico, Brexit e attacchi alla coesione, sfide alla sicurezza interna ed esterna”, ha detto il professor Telò. Una riforma della governance che potrebbe anche non determinare nuovi trattati ma solo l’applicazione di quanto già previsto nei trattati europei con l’aggiunta dell’appropriata volontà politica.
Nella seconda giornata spazio ad altri esperti del mondo della ricerca e della politica: Nicoletta Pirozzi e Jean Pierre Darnis dello Iai, e Torben Schuetz per la prima sessione; Rosa Maria Villecco Calipari della Commissione difesa della Camera, Alessandro Azzoni, capo unità Pesc/Psdc del Maeci, Stefano Cont, capo ufficio per la politica militare del ministero della Difesa, e Marco Piantini, consigliere per gli affari europei del Presidente del Consiglio, per la seconda sessione.