Usa, Cina e la sicurezza spaziale

Di Stefano Pioppi

Per la prima volta, Stati Uniti e Cina discutono sulla sicurezza dello spazio. Sulla scia delle promettenti intese raggiunte a giugno 2015 con il China-Us strategic and economic dialogue, Washington e Pechino rinnovano la comune intenzione di cooperazione in materia spaziale. La delegazione statunitense era guidata da Frank Rose (nella foto), assistente del segretario di Stato, mentre quella cinese da Wang Qun, direttore generale del dipartimento per il controllo degli armamenti del ministero degli esteri. L’incontro è stato giudicato da ambe le parti molto positivo, utile per lo sviluppo di un dialogo che è stato “pragmatico, profondo e fruttuoso”, secondo la delegazione cinese. Nonostante la cooperazione tra i due Paesi abbia ormai un lungo trascorso storico, è stata la prima volta che funzionari di alto livello si sono incontrati per discutere di sicurezza spaziale.
Per l’ennesima volta, lo spazio si dimostra capace di offrire grandi opportunità cooperative. Nel complesso scacchiere geopolitico contemporaneo esso rimane un dominio su cui collaborare, scambiare visioni, tecnologie e prospettive. Lo sta dimostrando anche la felice esperienza della Stazione spaziale internazionale, frutto di un’intensa cooperazione tra i maggiori operatori spaziali e perfettamente operativa anche quando tra di essi, sulla terra, non ha corso buon sangue. La crisi in Ucraina e gli attriti tra Usa e Russia non hanno di certo coinvolto la cooperazione in materia spaziale, che è proseguita come se nulla fosse successo. Se l’aspetto cooperativo è innegabile, è anche vero che emerge oggi una certa competizione, avanzata soprattutto dalla commercializzazione dello spazio. Tale competizione resta però particolarmente positiva, spingendo Paesi e industrie a migliorare, cercando di ottenere risultati competitivi a costi minori.
Alla commercializzazione dello spazio e alla competizione da essa avanzata, si aggiunge però un altro aspetto. Lo spazio sembra ormai vicino a diventare un dominio come gli altri. Come ha mostrato ad Airpress, Elbridge Colby, senior fellow presso il think tank americano Center for a New American Security, ormai quasi tutti gli strumenti spaziali che viaggiano nella bassa orbita terrestre sono attaccabili. Lo spazio si carica così di una vulnerabilità mai avuta prima, che richiede sforzi di protezione tecnologico-militare e di natura diplomatica al fine di costruire un sistema di norme condiviso a livello internazionale. Senza il canale politico-diplomatico, infatti, l’unica alternativa sarebbe una corsa allo sviluppo militare nel tentativo di applicare la logica di deterrenza anche oltre l’atmosfera (comunque già in atto). In questi termini, lo sviluppo tecnologico e dialogo diplomatico corrono paralleli nello spazio. “I nostri sforzi diplomatici sono focalizzati ad accrescere la consapevolezza internazionale sulle conseguenze globali di un conflitto nello spazio”, ha detto Frank Rose, capo delegazione Usa e assistant secretary of State for Arms control, verification, and compliance.
Sono probabilmente proprio queste le ragioni che hanno spinto tanto gli Stati Uniti quanto la Cina ad approfondire la cooperazione in materia spaziale. Per la Cina, cooperare con gli Usa vuol dire dare impulso alla propria competitività spaziale e potenziare le capacità di accesso allo spazio. Per gli Stati Uniti, coinvolgere la Cina significa includere un potenziale avversario in un sistema cooperativo che serve a garantire la sicurezza della propria, complessissima quanto vulnerabile, rete satellitare. Non è certo un segreto che Washington tema “il proposito cinese e russo di sviluppare sistemi d’arma capaci di distruggere satelliti orbitali”, ha detto recentemente proprio Rose. Lo sforzo diplomatico è necessario per garantire che norme di comportamento nello spazio siano rispettate ma soprattutto condivise. Il Dipartimento di Stato Usa ha stabilito per tale ragione già 15 canali bilaterali per la sicurezza spaziale, con l’intenzione di aumentarne progressivamente il numero.
Con il primo incontro ufficiale, Washington e Pechino rispondono ai rispettivi (differenti) interessi, ma contribuiscono al tentativo di garantire una certa stabilità per lo spazio di cui possono beneficiare tutti.