Via libera all’uso di droni armati da Sigonella

Di Michela Della Maggesa

Via libera del governo italiano alle missioni armate dei velivoli a pilotaggio remoto dalla Naval Air Station dell’US Navy di Sigonella. L’autorizzazione  – rivela il Wall Street Journal – concessa a gennaio alle truppe americane, non prevede comunicazione obbligatoria al Parlamento. “Le autorizzazioni – ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi in un’intervista –  sono caso per caso, c’è uno stretto rapporto tra noi, gli americani e gli alleati se si tratta di iniziative contro il terrorismo”. “La priorità  – ha aggiunto – è quella di una risposta diplomatica. Poi se ci sono delle evidenze riguardo potenziali attentatori che si stanno preparando, l’Italia fa la sua parte con tutti gli altri”. Fino ad oggi i velivoli unmanned venivano usati solo per missioni di ricognizione.
Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti ha spiegato poi che dovrà arrivare “una richiesta puntuale degli americani al nostro governo tutte le volte che dev’essere utilizzato un mezzo in partenza da Sigonella”, “noi non siamo solo un paese che ospita. I droni armati americani sono pensati non solo in funzione della Libia, ma per la protezione degli assetti e del personale americano e della coalizione in tutta l’area”. “L’uso delle basi americane  – ha aggiunto il ministro, parlando del Parlamento – non sta nel decreto missioni, perché non c’è alcuna missione in partenza. Se si dovesse decidere una missione in Libia lo chiederemmo al Parlamento. Ma ad oggi non è prevista”. Sulla base di Sigonella, regolata da un accordo tecnico Italia-Usa del 2006, sono stanziati tre aeromobili a pilotaggio remoto (APR) Global Hawk, capaci di operare ad altissima quota e con lunga autonomia e sei Reaper, in grado di caricare missili aria-superficie, bombe a guida laser e satellitare. In aggiunta a questi assetti a pilotaggio remoto, sono presenti aerei da trasporto C-130 e convertiplani Osprey.