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“Non avrei investito tanto se avessi voluto andare da un’altra parte. L’ho fatto (acquisire azioni della società per 973.000 euro, ndr) perché sono sicuro che Leonardo è un buon investimento e che realizzeremo il piano che abbiamo presentato”. Ad escludere ogni possibile trasloco ad altro incarico è lo stesso Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, durante la convention “Winning Together”, che ha riunito a Roma 1.100 dirigenti della “One Company”, di cui 800 presenti nell’Auditorium di Confindustria.

L’appuntamento è servito a Profumo per sollecitare i dirigenti di Leonardo riguardo il loro impegno nell’attuare il piano industriale 2018-2022, presentato dall’a.d. a Vergiate il 30 gennaio scorso e successivamente anche all’estero a potenziali investitori. “Sono ottimista – ha detto ai suoi – su ciò che dobbiamo fare e lo sono grazie alla squadra che ho. Una squadra che sa discutere, litigare, ma alla fine arrivare a una soluzione, e se non arriva, spetta a me decidere e io ne sono capace”.

Come annunciato a Vergiate, Leonardo sta entrando in una nuova fase di crescita sostenibile nel lungo periodo, con un piano industriale a cinque anni solido, obiettivi chiari e azioni specifiche. Tra gli ingredienti della ricetta Profumo, tecnologie e prodotti; implementazione della One Company (di nome e di fatto); nuovo approccio ai mercati, specie internazionali e business chiave, il tutto attuato con un continuo controllo dei costi (200 milioni di saving) e un saldo controllo della parte finanziaria.

Leonardo prevede una robusta crescita della top line, grazie a fattori esterni che vedono in crescita del 6% il mercato dell’aerospazio e della difesa (i budget mondiali della difesa sono previsti in crescita del 2%) ed è ben posizionata per raggiungere un order intake superiore ai 70 miliardi di euro in cinque anni. Il ceo si è soffermato anche sulla reazione negativa al piano del mercato, spiegando che quest’ultimo si è concentrato principalmente sul FOCF 2018, inferiore al consenso di mercato a breve, a causa tra l’ altro dell’andamento fisiologico del contratto per gli Eurofighter al Kuwait e dei maggiori investimenti in tecnologia e prodotti.

La disciplina finanziaria della linea dettata dal suo numero uno, che ha anche richiamato i suoi dirigenti alla trasparenza e al pragmatismo, sarà per Leonardo un elemento utile a bilanciare la crescita del business, sostenere gli investimenti e rafforzare la struttura patrimoniale (riducendo indebitamento e oneri finanziari), con l’obiettivo di tornare Investment Grade per tutte le agenzie di credit rating.  Secondo il ceo, serve un sistema che performi lungo tre direttrici: processi e organizzazione, prodotti e approccio al business e persone. Tra le parole più ricorrenti della giornata, persone, responsabilità e correttezza, ma anche sinergia tra divisioni, processi di business, assetto organizzativo improntato a best practice e giusto grado di autonomia.

Le campagne chiave saranno coordinate centralmente mentre, come già ampiamente illustrato in occasioni precedenti, Leonardo aprirà nuovi uffici commerciali e valorizzerà il contributo delle controllate estere per sviluppare il network internazionale, specie dove vi sono opportunità di business. Un approccio “multidomestico” caratterizzerà invece i mercati italiano, britannico, americano e polacco, con una particolare focalizzazione sul supporto al cliente.

Parlando di prodotti, il numero uno di Leonardo si è soffermato su tre macro aree: aeronautica, elicotteri ed elettronica per la difesa. In particolare, è stato sottolineato al management presente che sarà necessario consolidare la divisione velivoli facendo leva sul ruolo primario nei fighters (Eurofighter e F-35), garantendo un flusso stabile di ordini al C-27J e facendo evolvere ulteriormente i sistemi di addestramento (M346 e M345). Focus anche sugli unmanned, per consolidare competenze che consentano di stare ai tavoli europei e significativi upside, come la gara statunitense del T-X.

Quanto all’ala rotante, che ha fatto soffrire un po’ tutti, anche Leonardo, e dalla quale lo stesso Profumo ha detto di voler ripartire, l’intenzione è di crescere il market share, grazie a prodotti di punta, quali l’AW139 e ai più recenti AW189 e AW169. Ma c’è di più. Leonardo vuole continuare a migliorare la redditività dei nuovi prodotti (AW169, 189 e 139) pensati per i segmenti intermediate e lavorare nel settore militare per grandi commesse e nuovi mercati.  L’idea è inoltre quella di spingere sempre più su macchine in grado di rispondere a requisiti per elicotteri multiruolo, versioni navali e versioni da attacco e di continuare nello sviluppo di prodotti innovativi (AW609 e RUAV).

Riguardo infine l’elettronica per la difesa, in questo momento il più grande business di Leonardo, rimarrà determinante il contributo della controllata statunitense Drs, che sta macinando buoni risultati sul più grande mercato mondiale della difesa, mentre – si sottolinea – esistono spazi per crescere con collaborazioni e partnership anche al di qua dell’Atlantico.