Tra crisi libica e rischio di escalation in Medio Oriente, il 2020 si preannuncia un anno complicato ai confini dell’Italia. Nuovi fronti in ebollizione si aggiungono a sfide già complesse, ibride e intrecciate al confronto tra grandi potenze (Stati Uniti, Cina e Russia) e all’emersione di attori dalle crescenti ambizioni, Turchia su tutti. Un anno complicato per la politica di difesa del nostro Paese. Ma da dove iniziare? Secondo Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, sul piano geopolitico la priorità è la Libia: “Dobbiamo tornare ad acquisire un minimo di influenza, non tanto per essere propulsori di un accordo di pace, quanto per non perdere almeno le nostre prerogative energetiche e sul fronte dei migranti”. L’impresa è “difficilissima”, nota l’esperto. “Negli ultimi mesi ci siamo bruciati ogni possibilità di essere influenti, anche con il tentativo di muoverci in un’Unione europea molto distratta sul tema”. È per questo che, per il generale Mario Arpino, la sfida è più che altro sul terreno della politica estera: “Quest’ultima, per mesi quasi assente, dovrà trovare la forza di cominciare a svilupparsi con maggior coraggio e iniziativa, senza limitarsi a rimanere pigramente adagiata sulle posizioni dell’Ue e dell’Onu, e non per questo correndo meno rischi”…
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