L’Italia, il drone di Piaggio e la difesa europea

Di Stefano Pioppi

I ritorni industriali e tecnologici del P.2HH, il drone militare realizzato da Piaggio Aerospace, “permetteranno all’Italia di posizionarsi in maniera molto più forte e credibile sui programmi di Difesa europea, quali il Male 2025”, il futuro drone europeo. Parola di Renato Vaghi, ad dell’azienda aeronautica detenuta dal fondo emiratino Mubadala, che ad Airpress ha illustrato il velivolo che l’Italia intende acquistare in 20 unità, per un valore di 766 milioni di euro fino al 2032.

Evoluzione del P.1HH, i cui primi esemplari saranno consegnati in estate agli Emirati Arabi, il progetto ha “un grande valore strategico – ha spiegato il manager – forte di anni di sperimentazione e ricerca: non solo per Piaggio Aerospace, Leonardo e tutti gli altri partner della filiera coinvolti, ma anche per l’intero sistema-Paese”.

Come l’Eurodrone, che Leonardo svilupperà con Airbus e Dassault, il velivolo di Piaggio rientra nella categoria Male (Medium altitude long endurance) ed è pensato per potenziare le capacità di intelligence e sorveglianza delle Forze armate italiane. I due sistemi sono “complementari”, ha rimarcato il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Enzo Vecciarelli, intervenuto di fronte alle Commissioni speciali di Camera e Senato da cui si attende il necessario parere sull’acquisto dei P.2HH. La sua potenzialità “sta nella lunga permanenza in volo, e nella possibilità di osservare da quote elevate quello che succede sul terreno”, ha detto il generale.

La prima consegna potrebbe arrivare tra il 2022 e il 2023, mentre per il drone europeo, per ora giunto allo studio di fattibilità, è indicato il 2025. Rispetto all’Eurodrone, il programma prevede poi la più ampia partecipazione dell’industria italiana. Oltre a Piaggio, ci sarà Leonardo, chiamato a produrre i sistemi di comando e controllo, e tra gli altri Umbra Group e Magnaghi Aeronautica.

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